Inizio della lunga storia di Bordeaux

Se mi leggete dallo smartphone, vi potreste slogare il dito a forza di ‘scrollare’, perché la storia di Bordeaux è piuttosto lunga. Cercherò di fare un Bignami del Bignami, sapendo di amputare molte cose interessanti, ma tutti dicono che non si ha tempo di leggere. Sappiate subito che a Bordeaux, anticamente chiamata Burdigala, è nato, per certi versi, il commercio mondiale del vino, come lo conosciamo oggi.

Romani a Bordeaux

Qui i romani portarono la vite. I terreni? Punto debole. La vicinanza con i fiumi (Dordogna, Garonna e l’estuario ovvero il punto dove si uniscono chiamato Gironda) creò quelle condizioni paludose che per lungo tempo rallentarono la coltivazione della vite da queste parti. La posizione della città risulta tuttavia essere molto buona, in rapporto al commercio. I romani decidono perciò di bonificare la zona, iniziando una coltivazione sempre più organizzata, specie nel  III e IV secolo. Si dice che qui abbia posseduto una proprietà anche il letterato romano Ausonio, cui è dedicato oggi Château Ausone a Saint-Émilion. Proprio a Saint-Émilion sono stati ritrovati resti di mosaico proprio in mezzo ad un vigneto.

Storia di Bordeaux dopo l’anno 1000

Nel XI secolo è stato celebrato il matrimonio di Enrico II (re d’Inghilterra) ed Eleonora d’Aquitania (nel primo matrimonio lei aveva sposato proprio nella cattedrale di Bordeaux Luigi VII). Da qui in avanti per ben 3 secoli la zona della coltivazione dei vini è stata sotto la giurisdizione dell’Inghilterra, con qualche interruzione dovuta alla guerra dei cent’anni (conflitto lungo ma con molte pause in cui per la prima volta si si utilizzarono armi da fuoco in campo aperto). Al di là di questo conflitto l’Inghilterra rimarrà sempre uno dei centri più importanti per il consumo dei vini di Bordeaux.

Inghilterra certo ma anche Olanda

Nel XVII secolo l’Olanda emerge, un po’ un controsenso visto che si tratta di una nazione sotto il livello del mare, come potenza commerciale mondiale. No problem, Bordeaux, in questo caso la zona del Médoc ha comunicato a fornire anche  l’Olanda, che, per altro, sin dal suo arrivo è stato di grande aiuto nel completare le operazioni di bonifica di quest’area. Come detto il legame con l’Inghilterra tuttavia non si è mai sciolto: anzi. Sui giornali inglesi sono cominciate addirittura a circolare le prime pubblicità di alcuni châteaux bordolesi. Al tempo stesso i borghesi di Bordeaux, specie quelli che grazie al commercio avevano fatto grandi fortune, hanno cominciato a costruire i propri châteaux o ad acquistare quelli già esistenti, intensificando la monocultura della vite.

Le 3 piaghe

Prima di queste tre sventure arriva la rivoluzione francese. Qualche testa, in realtà un paio, di qualche nobile è rotolata anche a Bordeaux, ma la fama dei vini di queste parti non è stata mai assolutamente decapitata. Terminata la rivoluzione, la coltivazione specializzata della vite si estende ulteriormente, interessando anche la riva destra della Dordogna (zona Saint-Émilion e Pomerol).

Nel XIX secolo 3 grossi problemi afflissero, ma non sconfissero, Bordeaux e i suoi vini.

 

  • fillossera piaga che arrivò in Francia nella prima parte del 1800 e fu sconfitta usando portinnesti di vite americana
  • Infezione di peronospora, infezione fungina che attacca soprattutto le foglie della pianta, che colpì i vigneti di Bordeaux all’inizio del 900.
  • Infezione di oidio nel 1950. La produzione calò, ma i prezzi, forti anche di una domanda sempre in ascesa, crebbero

Le due guerre mondiali e i giorni nostri

La collocazione geografica di Bordeaux (parte ovest della Francia) non è stata soltanto essenziale per il mercato dei vini di Bordeaux, ma anche per tenere lontani il più possibile i fronti delle due guerre mondiali. Questo ha finito per favorire due cose essenziali: una produzione più o meno regolare dei vini, molti dei quali sono stati conservati all’interno dei vari châteaux*. Certo durante le due guerre la domanda si ridusse molto, specie da parte dei clienti più affezionati come Gran Bretagna e Germania.

La storia dei vini di Bordeaux dalla seconda guerra mondiale ad oggi

Tuttavia la capacità di reggere il tempo come pochi altri vini, sommata alla successiva ‘voglia’ di vino di Bordeaux da parte del mercato statunitense hanno dato nuovo slancio al mercato. La storia più recente parla di nuovi palcoscenici commerciali, in particolare l’estremo est, in cui il marchio Bordeaux si è fatto valere su altre realtà vitivinicole in quanto dotato di solidità storica, produttiva, distributiva e gustativa.

 

*secondo alcune stime, specie nelle aziende del Médoc, alla fine della seconda guerra mondiale ¼ della produzione delle aziende di quest’area fosse ‘ferma’ in cantina.

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