Brane-Cantenac Blanc

Nel 2020 nasce il primo vino bianco Château Brane-Cantenac, chiamato Brane-Cantenac Blanc. Visto che siamo a Margaux e l’appellazione per questa zona riguarda solo i rossi, produrre un vino bianco qui significa poterlo classificare soltanto come Bordeaux Blanc Aoc. Una specie di retrocessione? Secondo me, solo sulla carta.

Breve Storia dei bianchi di Margaux

Anche se l’area di Margaux, siamo sulla riva sinistra, è una delle migliori zone, anche se per certi aspetti un po’ controversa, per la produzione di rossi, qui si sono da sempre prodotte etichette bianche. Lo dimostra la scelta di molti châteaux. Indipendentemente dalla posizione occupata nella classificazione del 1855 diverse aziende hanno deciso di fare vini bianchi. I nomi? Château Margaux, Château Cantenac Brown, Château Prieuré-Lichine, Château du Tertre e Château d’Arsac. In generale queste etichette prevedono sempre una preponderanza di Sauvignon Blanc all’interno dell’uvaggio.

Un nuovo vino bianco a Margaux

 

Con l’annata 2019 in etichetta nasce il Brane-Cantenac Blanc. Si tratta del primo vino bianco prodotto da Château Brane-Cantenac, secondo cru di Margaux. Il vino è ricavato da poco più 3 ettari, in gran parte composti da un mix di argilla e silicio. Il blend di uve che compongono il vino è per l’80% Sauvignon Blanc e per il resto a Sémillon. La nascita del Brane-Cantenac Blanc comincia con la pressatura del grappolo intero, seguita da una fermentazione svolta in barrique e tonneaux, (il doppio della barrique a livello di capacità), di cui solo ¼ nuove. Il Brane-Cantenac Blanc trascorre 8 mesi sulle fecce fini, sempre in legno, con bâtonnage ragionato. Cosa vuole dire? Si tratta di un periodico ‘rimescolamento’ dei lieviti e del vino. Ragionato invece sta ad indicare che questa operazione non va svolta troppo frequentemente, ma solo lo stretto necessario per ottenere un vino ricco, ma senza una struttura eccessiva.

Perché un vino bianco a Margaux?

 

La spiegazione arriva da Henri Lurton, proprietario di Château Brane-Cantenac. I concetti che rispondo alla domanda del titolo se da un lato sono semplici da spiegare, sono altrettanto complessi da realizzare. Si tratta di passione per il proprio territorio, senso della precisione, gusto per lo sforzo e la fatica. Lo so, potrebbero sembrare parole da copertina o da folder pubblicitario, ma non è così. Pensiamo al rischio. Essere tra le top aziende dell’appellazione, non è facile e tanto meno lo è con una nuova referenza come questa. Pensiamo allo sforzo di fare un vino bianco quando da sempre ti dedichi e hai dimestichezza con il rosso. Qualcuno potrebbe dire, ma se non sanno fare loro un vino del genere ?!!?! Vero, ma ogni sfida fa storia a sé, senza contare che produrre un vino anche soltanto ‘buono’ rispetto all’eccellenza espressa fino ad ora da Château Brane-Cantenac sarebbe comunque una diminuzione della propria reputazione.

Parere personale sul primo vino bianco Château Brane-Cantenac

Il parere non riguarda la bontà del vino, ma piuttosto voglio esprimere una riflessione su Château Brane-Cantenac e sugli châteaux bordolesi in generale. Aziende che hanno un forte legame con la storia, ma che al tempo stesso sono proiettate nel futuro. Da Bordeaux sono passate le più importanti innovazioni per la vigna e per la cantina. Avanguardie che oggi sono diventati prassi del fare vino, ma che allora erano azzardi coraggiosi. Alla luce di questa intraprendenza penso che questa etichetta di Château Brane-Cantenac sia frutto di un’analisi approfondita del presente che guarda al cambiamento climatico ma anche al voler dare a Bordeaux nuove formule di espressioni e quindi nuove prospettive.

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