Chi è Jane Anson

 

Per lei bisognerebbe dire usare una parola, sempre inglese, che suona simile, ma restituisce meglio la qualità di questa wine writer: awesome. Come si traduce? Eccezionale. Eccezionale non solo perché un’eccezione, lei donna, in un ambiente prevalentemente maschile come quello del vino. Qualcuno dirà che di donne, nel vino, ormai ce ne sono tante, molto meno negli anni ’90, quando Jane inizia a scrivere di vino per Decanter in particolar modo con un articolo su Jabulani Ntshangara. Chi è? Uno che in Sud Africa non faceva solo vino, ma era simbolo di un popolo discriminato dai propri connazionali. Allora in pochi conoscevano jabulani, ma già da questo si capisce come la Anson abbia sempre mostrato una sensibilità e una visione sul mondo del vino davvero awesome.

Cosa ha fatto dopo……

 

Dopo essersi trasferita a Bordeaux continua a scrivere per Decanter proprio sui vini di queste parti. Bordeaux tuttavia diventa per lei casa e bottega quando decide, alcuni anni fa, di fondare di venirci ad abitare ma non solo. Qui fonda il suo sito. Jane in realtà è Calamity Jane, nel senso che in pochi avrebbero avuto il coraggio di mollare una rivista prestigiosa come Decanter, per seguire il proprio progetto, per altro basato su di un’unica zona vitivinicola. Al sito tuttavia Jane aggiunge un libro, pardon, uno dei migliori libri in circolazione, intitolato: Inside Bordeaux.

Alcune domande a Jane Anson

 

Partendo dal libro ‘Inside Bordeaux’ ci sono numerose pagine dedicate ad aspetti fino ad oggi poco associati ai vini di Bordeaux, giusto?

 

JA: gran parte del libro è infatti focalizzata sull’individuazione dei grandi terroir di Bordeaux, perché in fondo il vino e in special modo la grandezza di quello che si produce a Bordeaux, arriva di qui.

 

E che dire del fattore umano?

 

JA: Ci sono grandi uomini e donne nel mondo della produzione del vino di Bordeaux, coinvolti per altro in diversi gradi e stadi di produzione del vino. Un panorama molto vasto di persone, personalità e personaggi, che meritano di essere raccontati e valorizzati

 

Alcuni che bisognerebbe incontrare assolutamente?

 

Ja: tanti, come ad esempio gli Amoureau di Clos Puy Arnaud e i Rothschild sia quelli di Lafite sia quelli di Mouton.

 

Persone straordinarie che però non ti rispondono al campanello se vai a suonare al portone dello château, ma che comunque Jane conosce bene, raccontandone caratteri e idee, avendole incrociate per quasi 20 anni. Una frequentazione che l’ha portata ad assaggiare anche molti, tutti?, vini prodotti in zona, punteggiandoli, secondo me, in maniera consapevole e senza –tendenza quest’ultima troppo spesso ricorrente- troppa indulgenza.

Domande a Jane Anson su Classificazioni, mercato vini e bio e biodinamica

 

Come e se si evolveranno le classificazioni specie sulla riva destra dopo il fuggi fuggi dei grandi châteaux di Saint-Émilion?

 

JA: La classificazione di Saint-Émilion diventerà sempre più pazza, specie ora che château La Gaffeliere si è tirata fuori e Croche Michotte si è tolta dal processo di eleggibilità, nonostante fosse fuori dalla classificazione. Quella del 1855 (riva sinistra) è più stabile.

 

Per non dire inamovibile, ma rispetto al mercato il sistema dei négociants invece potrebbe cambiare, spingendo sempre più châteaux a vendere i propri vini da soli, magari uscendo dal meccanismo delle anteprime?

 

Aj: Penso che il sistema del commercio del vino a Bordeaux rimarrà così come è, anche perché protegge gli equilibri sotto tanti punti di vista.

 

Rimanendo nelle tematiche che in qualche modo sfatano l’apparente immobilismo, quasi mummificazione di Bordeaux e dei suoi produttori: il biologico e la biodinamica. Cosa ne pensi?

 

JA: ci sono sempre più produttori che già aggiungono poca solforosa ai vini come Ceres, una nuova bottiglia molto interessante a firma di Claire e Gonzague Lurton, senza contare che molte aziende, anche molto importanti pensiamo a Château Palmer, sono passate alla biodinamica su tutta la produzione.

E sulla tendenza, in parte motivata anche dal riscaldamento globale di piantare varietà a bacca bianca anche in quei luoghi che fino ad ora erano monopolio delle bacche rosse?

JA: le bacche bianche erano la maggioranza qui specie negli anni ’70. Non so se questa ripresa dei vini bianchi in zone da rosso ritornerà, ma ciò non toglie che ci sono grandi vini bianchi nella zona di Pessac Léognan, ma anche nel Médoc, un’area in grossa ascesa per i vini bianchi.

Consigli Jane Anson per food & beverage a Bordeaux

 

Sfrutto l’esperienza di Jane per chiederle alcuni consigli su vini di Bordeaux da comprare spendendo poco e luoghi dove mangiare, sempre in città, fuori dalle solite rotte.

 

AJ: Per gli châteaux ne potrei dire tanti, anche se sicuramente consiglierei Château Poujeaux, Clos Manou e Château Angludet, sulla riva sinistra e Château la Serre, Les trois Croix e Château Montlandrie su quella destra. Per i luoghi dove mangiare direi ‘au boistrot’ nel Mercato Capucins, fuori città ma non a Cap Ferret ma a Pireillan, qualsiasi chiosco di ostriche e infine tornando in centro a Bordeaux vicino a piazza Quinconces il nuovo ristorante israeliano le Mazal.

 

Seguite il sito di Jane, alcuni contenuti sono a pagamento, ma ne vale la pena.

 

Le foto di Jane Anson sono prese dal sito www.janeanson.com

Add comment

Tutti i diritti sono riservati © Marco Tonelli 2020 - Privacy Policy - Cookie Policy