Château Saint Pierre

 

Château Saint Pierre è un quarto cru (forth growth) di Saint Julien. Lo château vero e proprio, una bella villa costruita probabilmente nel ‘700, è divisa dalla cantina vera e propria da una stradina che porta a Saint Laurent e ad altri châteaux dell’appellazione. Nella cantina dove si producono i vini di Château Saint Pierre prendono vita anche le etichette, due in totale, di Château Gloria. Quest’ultima azienda non è classificata, il motivo lo leggete di seguito, ma ciò non toglie che questa realtà possa vantare vini molto buoni, per giunta non troppo costosi. Château Saint Pierre e Château Gloria appartengono alla stessa famiglia.

Storia

Di solito si pensa ai vini di Bordeaux e alle proprietà che lì producono, come parti di un sistema da grande azienda, con tanto di consiglio di amministrazione e Ceo. La smentita di questo modo di pensare arriva proprio da Château Saint Pierre. Oggi questo château è di proprietà di Domaines Martin, un gruppo presieduto da Jean Triaud. Avere una persona fisica e non un’entità come un Cda in capo a uno château forse non basterebbe a farlo catalogare come familiare. Per questo in questo caso c’è di più. Château Saint Pierre allarga il concetto classico di famiglia, visto che nel processo produttivo le persone coinvolte non solo soltanto quelle del nucleo familiare in senso stretto, ma gran parte della comunità di Saint Julien e dei villaggi limitrofi. Una comunità allargata comunque connessa al suo interno da vincoli di sangue e da altri legati dallo stesso luogo di vita e di lavoro. Tornando alla storia Château Saint Pierre nasce sulla fine del 1700. In epoca napoleonica il nome e la qualità dei vini di Château Saint Pierre cresce parecchio, sino ad essere considerato un 3-4 cru nelle classificazioni che precedono quella ufficiale del 1855. La storia prosegue con un mercante belga che, divenutone proprietario, ne riunifica i vigneti, in precedenza divisi tra le figlie del precedente proprietario. Infine negli anni ’80 del secolo scorso, ecco Herni Martin, già fondatore di  Château Gloria (essendo nato 130 anni dopo la classificazione dei vini del Mèdoc Château Gloria non è classificato), che ne rileva la proprietà.  

Vigneto Château Saint Pierre

 

Quello di Château Saint Pierre in totale occupa 17 ettari (ampiamente sotto la media dei vigneti di proprietà di un’azienda media di Saint Julien). Questo fa sì che questa realtà sia una delle più piccole, se non la più piccola, tra le aziende dell’appellazione.  La superficie è occupata oggi per il 75% da Cabernet Sauvignon, 15% Merlot e 10% Cabernet Franc (10000 piante per ettaro). Le piante sono praticamente raggruppate in un unico blocco attorno allo château. In realtà a livello geologico ci sono delle differenze, visto che alcune parcelle hanno più ghiaia in superficie (sino a 5/6 metri di profondità) e argilla in profondità. Altre invece sono caratterizzate da una quota maggiore di sabbia, trovandosi un po’ più all’interno rispetto al fiume. Per Château Saint Pierre la media di età delle piante si aggira sui 45 anni. Il vigneto più antico, trattasi di Cabernet Sauvignon, ha spento da poco le 65 candeline. I vigneti sono oggi condotti in organico, ma l’obiettivo è quello di lavorarli in biodinamica. La voglia di conoscere alla perfezione il proprio terroir è, da anni, un imperativo per Château Saint Pierre. Lo dimostra il fatto che, da anni, si servono di società che monitorano con satelliti e droni, la vitalità delle piante dei vigneti facenti capo allo château.

Vigneto Château Gloria

Château Gloria, come detto, ha vigne sparse in diverse parti della denominazione, compresa la zona di Saint Laurent (località più nell’entroterra): ideale per Petit Verdot e Merlot presenti in quantità maggiori nel blend rispetto a quello di Saint Pierre. Le piante che appartengono a Château Gloria hanno in media 35 anni di età. Per utilizzare le uve proveniente da vigneti a Pauillac hanno dovuto chiedere una deroga. Per il resto i 50 ha di vigneto, come detto, sono sparsi per tutta la denominazione. Questo vuol dire che dagli anni ’80 in avanti Domaine Henri Martin per comporre il vigneto di Château Gloria ha acquistato vigne classificate per uno château che su carta non lo è.

Cantina

 

Da alcuni anni (2015) i locali di cantina sono tornati alle dimensioni originarie. In precedenza parte della struttura era la sede di un produttore di botti. La razionalizzazione degli spazi qui è subordinata alla praticità e alla qualità di quello che si produce, alla luce del fatto che qui si produce più di un vino. Per fortuna i blend dei due vini fanno sì che i tempi di raccolta, di stoccaggio e di trasformazione, siano differenti. A questo differimento delle vendemmie contribuiscono le ridotte dimensioni del ‘vigneto’ di Château Saint Pierre, davvero piccolo e quindi rapido da vendemmiare. Il merito va anche al poter vantare 50 serbatoi di acciaio per la vinificazione e altri 15 per lo stoccaggio, qualora in cantina sia necessario spazio ulteriore. La fermentazione alcolica qui non tocca mai temperature troppo alte. I rimontaggi sono più frequenti per il vino di Château Saint Pierre, anche perché il primo vino di questo château ha come obiettivo la complessità. La malolattica è effettuata nei serbatoi di acciaio. L’affinamento si prolunga per 16/18 mesi per Château Saint Pierre, e un anno o poco più per Château Gloria. La percentuale di legno nuovo per Saint Pierre si ferma al 50%, tutto di provenienza francese (in totale utilizzano 5 fornitori per le barrique). Per Gloria invece la percentuale di legno nuovo è minore (40%), ma un 10% delle barriques utilizzate è di rovere ungherese.

Stile del Grand Vin

L’alta percentuale del Cabernet fa sì che questo vino risulti molto ‘Saint Julien’, quindi territoriale. Oggi la definizione dell’espressività del vino è molto migliorata rispetto a 30 anni fa. Lo dimostra anche la lista di annate, tanto le buone quanto le sottovalutate. Osservandole si comprende come da un certo punto in poi, subito dopo il cambio di secolo la qualità dei vini sia radicalmente cambiata: in meglio. L’età relativamente giovane dell’azienda e la cura sempre maggiore voluta da Domaine Henri Martin, hanno fatto sì che oggi il vino di questo château sia una scelta molto affidabile.

Secondo vino Château Saint Pierre e Château Gloria

 

Quello di Château Saint Pierre è piuttosto recente, nasce nel 2008. Il nome? Esprit de Saint Pierre. Dei 17 ettari di vigna, solo il 10% è dedicato alla produzione di questo secondo vino. Per realizzarlo vengono utilizzate vigne più giovani e una quota di Merlot leggermente più alta, rispetto al primo vino della stessa azienda. Il secondo vino di Château Gloria invece si chiama Esprit de Gloria, anche se in passato era conosciuto come Peymartin.

Annate

 

Le migliori di Château Saint Pierre: 1975, 1982, 1986, 1989, 1990, 2009, 2010, 2015, 2016, 2020, 2021

 

Le sottovalutate di Château Saint Pierre: 1981, 2006, 2014

 

Annate migliori Château Gloria: 1982, 2000, 2009, 2010, 2015, 2016, 2018, 2020

Curiosità

 

  • Lo château ha anche un locale dedicato all’imbottigliamento, cosa non così comune negli château di Bordeaux, specie quelli più piccoli
  • Dal 2018 sperimentano anche con le anfore. Probabilmente queste sperimentazioni entreranno solamente a far parte del blend dei ‘secondi vini’

 

 

Riassunto Château Saint Pierre

 

Comune: Saint Julien

Fourth Growth – quarto cru 1855

Proprietà: famiglia Triaud

Direttore: Jean Triaud

Consulente esterno: Eric Boissenot

Secondo vino: Esprit de Saint Pierre

Ettari vitati: 17

In vigna: Cabernet Sauvignon (75%), Merlot (15%), Cabernet Franc (10%). Le piante hanno in media poco meno di 35 anni di età.

 

Il gruppo Domaine Henri Martin possiede anche altri châteaux come Bel Air (Haut Médoc) e Haut Beychevelle Gloria (Saint Julien)

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