Château Talbot

 

Château Talbot è un quarto cru di Saint Julien. La sua superficie vitata è piuttosto ampia, in totale 107 ettari. Questa estensione fa sì che questa sia una delle proprietà più grandi di questa appellazione che in totale conta su 900 ettari di vigneto.

Storia

 

Il nome della proprietà, come spesso accade a Bordeaux, arriva probabilmente dal nome dal comandante John Talbot. Poca fortuna per il comandante in questione inglese, visto che fu sconfitto a Castillon nel 1453. In questa occasione il Connetable (letteralmente il comandante delle armate del re) trova anche la morte. Questa sconfitta in battaglia pone fine al dominio inglese sull’Aquitania; egemonia che durava da 3 secoli. Nel 1855 l’azienda viene classificata come 4 cru. La proprietà dello château rimane per molti anni nelle disponibilità del marchese d’Aux. Nel 1918 Château Talbot viene acquistato da Désiré Cordier. Eletto sindaco del villaggio di Saint Julien, monsieur Cordier si batte per accrescere la fama del suo territorio e dei vini che qui vengono prodotti. Nel 1934, alla presenza dell’allora presidente di Francia Albert Lebrun, dà vita al ‘festival della longevità’. Forse uno dei primi eventi di promozione del territorio, basato sull’elevata età media della popolazione di questo comune, influenzata, in positivo, dal consumo dei vini della zona. La famiglia Cordier continua ancora oggi a guidare lo château.

Vigneti

 

Praticamente un corpo unico. La gestione del vigneto non prevede, ormai da 40 anni, l’utilizzo di pesticidi o erbicidi. L’età media delle piante si aggira attorno ai 45 anni di età, anche se le viti più vecchie, varietà Cabernet Sauvignon, hanno quasi 90 anni. Proprio il Cabernet Sauvignon è la varietà più presente in vigna (66%), seguito da Merlot  (30%) e Petit Verdot. Parte dei 107 ettari vitati sono dedicati alle varietà a bacca bianca. In totale siamo a 5 ha, ripartiti tra Sauvignon Blanc (70%) e Sémillon. La superficie vitata da cui si ricava il primo vino interessa circa il 60% degli ettari dedicati al rosso. Nonostante i vigneti aziendali siano praticamente in un unico corpo, i suoli sono piuttosto variegati. Ghiaia anche in profondità, quasi 80 centimetri, e sabbia, specie alle spalle dello château. Più i terreni sono sabbiosi e maggiormente le vigne che li ‘abitano’ sono riservate al bianco o al secondo vino dello château. La gestione della vigna è accurata, poco invasiva ma non certificata. Motivo? L’azienda preferisce trovarsi pronta, qualora debba contrastare eventi climatici estremi come piogge torrenziali e/o gelate. Rispetto a quest’ultimo problema sono stati i primi nella zona ad acquistare un cannone contro la grandine. Inoltre hanno condotto studi accurati su onde sonore e proteine, in grado di permettere alla vigna di attivarsi e prosperare. Nel 2022 8 ettari dei 107 aziendali sono coltivati in biologico.

Cantina

 

Château Talbot è una realtà molto tradizionale. La vigna è il punto più importante nella realizzazione del vino. Lo dimostra, specie visivamente, la parte della cantina dedicata all’affinamento. La barricaia è costruita con sostegni che hanno la forma che riprende quasi la forma delle radici delle vigne. L’effetto visivo, molto scenografico, è quello per cui sembra che dal tetto della struttura fuoriescano le radici delle piante i cui frutti ormai sono diventati vino e riposano nelle barrique. Ma come nasce il vino di Château Talbot? La vinificazione presso Château Talbot si realizza sia in serbatoi di acciaio sia in quelli di legno. La ripartizione è, solitamente, legno per il primo vino e acciaio per il secondo vino. I grandi contenitori di legno vengono sostituiti in maniera costante e cadenzata (2-3 all’anno, ogni serbatoio in legno viene utilizzato per 10/12 anni). La fermentazione dura 3-5 settimane con qualche rimontaggio. La malolattica viene effettuata in serbatoio. Secondo Jean Michel Laporte (manager Château Talbot) il pigeage non si presta al Cabernet Sauvignon. Il rischio è quello di farlo diventare troppo grossolano ed eccessivamente tannico. Il taglio definitivo è realizzato a metà dell’affinamento. Poi l’affinamento che si prolunga per 16 mesi di media con il 60% di ‘legno nuovo’. Château Talbot utilizza 13 fornitori diversi di barrique, più altri 5 per il vino bianco.

Caillou de Talbot

 

Il vino bianco di Château Talbot, chiamato Caillou Blanc, è composto da Sauvignon Blanc e Sémillon. La vinificazione me la illustra Jean Michel Laporte (manager di Château Talbot). “raccogliamo il più tardi possibile. Siamo disposti anche a perdere parte del raccolto del Sémillon”, magari perché surmaturo o colpito da botryte. Motivo? Per quanto riguarda il Sauvignon Blanc la volontà è quella di contenere o addirittura ridurre la carica dei tioli. La vinificazione del bianco di Château Talbot prosegue senza macerazione in contenitori di acciaio. Nessuna malolattica, ma un po’ di batonnage, per un po’ di struttura. Affinamento di sei mesi in legno in barrique per un terzo nuove, e per i rimanenti due terzi in legni di diversi passaggi.

Stile Grand Vin

 

Non così aperto e comunicativo in fase di assaggio, specie in giovane età. Dopo dieci anni il vino dà il meglio di sé. In una degustazione alle cieca il vino, se affinato correttamente, il vino mette in luce sensazioni molti riconoscibili come quello che fanno capo al tabacco biondo associato ad un finale leggermente affumicato.

Secondo vino

Come detto si chiama Connetable de Talbot in omaggio al ‘lavoro’ di John Talbot. L’uvaggio che lo compone è, solitamente, rispettoso delle percentuali varietali presenti in vigna. Prodotto interamente in acciaio all’inizio qualche rimontaggio. Non si vuole un vino molto concentrato, ma più aperto e godibile anche in gioventù. Anche per questo rispetto a questa etichetta si preferisce effettuare la malolattica in barrique. Il vino successivamente affina per 15 mesi in barrique di cui il 15% sono nuove.

 

Annate Château Talbot

 

Annate migliori: 1982, 1983, 1986, 1989, 1990, 2005, 2010, 2015, 2018, 2019, 2020, 2021

 

Annate sottovalutate: 1971, 2001, 2008

 

Curiosità Château Talbot

 

  • Una parte del vigneto è una delle parti con più altitudine del comune di Saint Julien. Quanto è alto qui il punto più alto? 23 metri slm
  • Cantina di affinamento con struttura che riproduce le radici che idealmente spuntano dal soffitto
  • Nel 2018 viene realizzata una bottiglia commemorativa che celebra i 100 anni da quando Desiré Cordier diventa proprietario di Château Talbot. La sagoma del simbolo dello château (radici) non è un adesivo, ma è un decoro molato sulla superficie della bottiglia. FOTO
  • Il rapporto tra famiglia Cordier e Château Talbot dura ininterrottamente da ben 5 generazioni.

Riassunto Château Talbot

 

 

Comune: Saint Julien

Quarto cru Fourth Growth 1855

Proprietà: famiglia Bignon Cordier

Direttore: Jean Michel Laporte

Consulente esterno: Stephan Derenoncourt ed Eric Boissenot

Secondo vino: Connetable de Talbot

Vino Bianco: Caillou Blanc

Ettari vitati: 107

In vigna: Cabernet Sauvignon (66%), Merlot (30%), Cabernet Franc (4%). Le piante hanno in media poco meno di 45 anni di età.

 

La famiglia Bignon Cordier possiede anche altri châteaux: Sénéjac (Haut Médoc) e Domaine St Andrieu in Provenza.

 

Château Talbot in Italia è distribuito da: Balan, Sarzi Amadé, Vino & Design, Pellegrini

 

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