Ci sono i clos ma c’è anche Clos des Jacobins

 

L’appassionato di vino anche se è alle prime armi, impara subito una parola: clos. Questo termine si usa infatti in ognuna delle zone top del vino francese : Champagne (clos d’Ambonnay di Krug o quello di Goisses di Philipponnat), Borgogna (ad ese. Clos Vougeot, il più vasto dei vigneti classificati Grand Cru). Ma clos si usa anche a Bordeaux. In pratica si tratta di un vigneto, di grandezza variabile, protetto da mura. Di solito il clos è un vigneto di un’azienda, a Bordeaux, il clos è qualcosa di più. Clos des Jacobins è un’azienda di Saint-Émilion.

C’è il Clos ma manca lo Château

Il muro di protezione e perimetro qui non c’è più. C’è tuttavia il vigneto, non tanto grande visto che siamo attorno a 8,5 ha, e un’azienda che fa da château, senza di fatto esserlo. La costruzione che costituisce la cantina di Clos des Jacobins è infatti una struttura lunga e stretta. Clos des Jacobins, come detto, non ha castello, almeno nel senso classico del termine, avendo ugualmente blasone essendo un Saint-Émilion Grand Cru secondo la classificazione di Saint-Émilion.

Un po’ di storia

Perché probabilmente manca un castello vero e proprio? Una delle ragioni può essere quella secondo cui questa azienda in passato apparteneva al clero. Lo stesso che dopo la rivoluzione francese deve sloggiare. Dopo diversi cambi di proprietà l’azienda entra nell’orbita del negociant Cordier. Poi dal 2005 arriva Thibault Decoster. Prima di comprare Clos des Jacobins ha valutato altri 6 châteaux differenti. Dopo aver parlato del clos cosa sta a significare il resto del nome ovvero il termine des Jacobins, letteralmente dei giacobini? I giacobini durante la rivoluzione francese sono stati gli ‘ultras più caldi’  rispetto al concetto di repubblica. Qui invece con il termine giacobini si fa riferimento ai monaci dominicani, che ospitavano proprio qui i pellegrini che transitavano da queste parti durante il cammino di Santiago di Compostela.

Clos e cantina

Clos des Jacobins ha i propri vigneti tutti attorno alla cantina. La varietà dominante, come spesso accade sulla riva destra, è il Merlot (circa l’80%). Segue, ma con distacco percentuale evidente, il Cabernet Franc e, ancora più distanziato, il Cabernet Sauvignon. Siamo sul famoso plateau di Saint-Émilion quindi i suoli sono composti da calcare puro, specie in profondità, cui qui si aggiunge, più in superficie, una sabbia fine, sempre a base di calcare. Il carattere del terreno influisce sul carattere dell’unico vino che qui si produce. In che modo? Specie rispetto al finale del sorso in cui si evidenzia una bella nota sapida, quella che oggi, quelli bravi, chiamano mineralità. I locali di cantina di Clos des Jacobins sono molto semplici, e così è la prassi di vinificazione. In poco spazio abbiamo alcuni serbatoi tronco conici di legno, poco acciaio e barrique per l’affinamento. Il primo e unico vino di Clos des Jacobins affina per circa 14/18 mesi.

Stile

Lo stile da quando monsieur Decoster è proprietario ed enologo è andato verso uno snellimento del sorso, così da far emergere la particolarità dell’azienda: la sapidità gustativa del vino. Per enfatizzarla, specie dopo il cambio di proprietà, la vendemmia è sempre più precisa e la gestione del legno è maggiormente. Il risultato è che il vino di Clos des Jacobins ha quasi del tutto eliminato quel carattere sì fruttato, ma piuttosto ‘prugnoso’, sedimentato, e un po’ piatto che spesso il vino mostrava in passato. La mano di Thibault Decoster ha lasciato invece intatta la tipica nota di legno di cedro che spesso è la firma dei grandi bordeaux invecchiati e che è anche il tratto che si avverte anche nei Clos des Jacobins con alcuni anni sulle spalle.

 

Clos des Jacobins

Comune: Saint-Émilion

Classificazione: Grand Cru Classé secondo la classificazione dei vini di Saint-Émilion

Consulente esterno: Hubert de Boüard

Secondo vino: /

Ettari vitati: 8,5

In vigna: oltre 80% Merlot, 18% Cabernet Franc, 2% Cabernet Sauvignon. Le piante hanno in media 30 anni di età.

Il vino di Clos des Jacobins sono importati in Italia da Balan 

Altri Château di monsieur Decoster

 

Château la Commanderie

Questo château si guadagna il rango di Grand Cru Class di Saint-Émilion quando la classificazione viene rivista nel 2012. I vini esprimono grande finezza, in quanto i terreni hanno sia calcare sia sabbia, quest’ultima sempre di origine calcarea. E’ un piccola azienda in quanto ha solo 3,7 ha con piante, prevalenza Merlot, con piante che hanno in media 40 anni. La Commanderie in passato era un punto di raccolta di cavalieri ed uomini del clero.

 

Château de Candale

Questo château si trova sui pendii del plateau di Saint-Émilion, quindi i terreni, sopra un fondo di argilla, sono composti ‘solo’ calcare e sabbia. Questo mix geologico garantisce ai vini leggerezza ed eleganza, caratteristiche che monsieur Decoster riesce in fase di vinificazione a preservare, ma anche ad esaltare, complice un affinamento breve (12 mesi) e con poco legno nuovo (30%). La storia dello château parte, probabilmente, con una discendente di Edoardo III re d’Inghilterra. Accanto alla costruzione che qui si chiama château c’è uno dei posti più carini per mangiare a Saint-Émilion. Il suo nome? Atelier de Candale.

 

 

Château Roc de Candale

 

Si trova ai piedi del plateau di Saint-Émilion. I terreni perciò sono più sabbiosi, il fiume non è lontano, ma soprattutto argillosi. In passato questo château ha avuto un altro nome: Vieux Château Haut-Béard. La proprietà conta di poco più di 7 ha e la base dei vini è decisamente determinata, circa il 90%, dal Merlot.

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