Il locale che infiamma Bordeaux

Marzo 27, 2020.Marco Tonelli.0 Likes.0 Comments

Come nasce e come è il locale che infiamma Bordeaux

Posto giusto, posto storico, fondato da Jean Pierre Xiradakis che lo aprì nel 1968. Credo che proprio di recente il fondatore abbia venduto ai dipendenti, ma sarebbe da folli cambiare qualcosa a un locale del genere. La Tupina –vi prego niente battute o storpiature del nome- da fuori ricorda le taverne mediterranee. Quelle con tavoli stretti ma accoglienti e i colori di un blu che ti riporta al quello dell’Egeo. All’entrata due porte consecutive, perché a Bordeaux, in inverno, si battono i denti per il freddo e per il vento. Dentro tutto cambia. Fuoco, fiamme, una carnalità esibita, esposta. Roba vera, roba forte, dove la cosa meno cruenta è un pezzo di manzo in bella vista vicino all’entrata. Il resto sono interiora secondo mercato, come animelle (si tratta di una ghiandola di vitello chiamata timo) e rognoni (i reni), e vari paté di carni miste, cacciagione compresa. Infine lui. Alla Tupina niente chef o cuoco, ma mangiafuoco.

Ambiente del locale che infiamma Bordeaux

Appena entrati vi taglia a fette con lo sguardo, continuando a maneggiare braci, fiamme e  padelle di ferro brunite dall’uso. Lui zero sudore, per forza è nel suo ambiente. Uno in cui il camino tira come un folletto in mano a una massaia. Zero puzza e zero affumicature in ciascuna delle tre sale della Tupina. C’è anche un bel tavolo in cantina, tra quelle bottiglie che compongono una carta vini con ricarichi corretti per Bordeaux. L’apparecchiatura è semplice, essenziale. Le sedie sono robuste, come gli appetiti dei clienti della Tupina. La carta è piuttosto ampia, con qualche piatto vegetariano e alcuni piatti di pesce convincenti, come nel caso dei calamaretti saltati con olio, aglio –tanto- e peperoncino. L’abbondanza di sapori forti non vi fa smarrire quello del calamaretto, qui sorretto da una consistenza esatta, a metà tra ‘al dente’ e cremoso. Tra gli antipasti molto buone anche le portate a base di uova: quello moelleux con il foie gras per chi se ne frega della dieta e quello a la coque con caviale d’Aquitania; un caviale locale, ideale per non svenarsi, levandosi al tempo stesso la voglia.

Il resto del menù di La Tupina

I secondi? Tappa forzata per i carnivori. In Francia, si sa, le dimensioni, specie quelle relative alle frattaglie, contano. Qui le sanno fare come nessuno. I rognoni hanno cottura perfetta come mostra un interno rosato come le gote di un bambino. La salsa in accompagnamento richiederebbe un refill, ma se di contorno ti portano patate fritte nel grasso d’oca, la richiesta di extra salsa farebbe sentire in colpa chiunque. Il binomio di significati tra patata e Tupina, alla fine, è meno pornografico del sapore di questo contorno. Il tubero, cotto espresso, mantiene la morbidezza nelle parti dove il taglio è più generoso e croccantizza in quello dove più fine. Tra i secondi molto buono anche il tournedos: cuore del filetto cotto ancora con le fiamme, avvolto da lardo -serve solo per tenerlo morbido lo giuro con mano sul cuore- salsa bordolese, presumibilmente fondo di cottura al vino rosso e……..una sezione di osso con tanto di midollo alla Fred Flintstone.  I dolci? Dolci per davvero, con tanto zucchero e calorie. Pain per due dimenticabile, ma per i tossici del fine pasto il canelé oversize con panna è quello che fa per voi. Il servizio è rapido, abbastanza cordiale, anche se non siete degli habitué. La spesa? Per tre piatti sui 60 euro vino escluso, ma per Bordeaux e per l’esperienza sono soldi spesi benone.

 

La Tupina

6 rue Porte de la Monnaie, Bordeuax

Chiuso il lunedì

La stessa proprietà ha anche un altro locale La Petite Monnaie

Categories: Bordeaux, Dove mangiare

Add comment

Tutti i diritti sono riservati © Marco Tonelli 2020 - Privacy Policy - Cookie Policy