Château Belgrave vino

Château Belgrave 2016

92/100

93+/100 in abbinamento

 

Château Belgrave 2015

91/100

93/100 in abbinamento

 

Château Belgrave 2014

88/100

89+/100 in abbinamento

 

Château Belgrave 2012

87/100

87+/100 in abbinamento

 

Château Belgrave 2011

88/100

90/100 in abbinamento

 

Château Belgrave 1989

89/100

91+/100 in abbinamento

 

Posizione nella classificazione del 1855: quinto cru

 

Zona di Produzione: Haut Médoc

 

Uvaggio: Percentuali paritarie di Merlot e Cabernet Sauvignon, con Petit Verdot e Cabernet Franc ciascuno sotto il 4%.

 

Vinificazione: in prevalenza serbatoi troncoconici d’acciaio inox

 

Affinamento: dai 12 ai 14 mesi in barrique di cui 1/3 nuove

 

Abbinamento: coniglio alla Rossini di Bottega Aleotti a Crevalcore.

Abbinamento

Il coniglio alla Rossini è una rivisitazione del classico filetto alla Rossini, preparato dalla mano appassionata di Demis Aleotti, patron di Bottega Aleotti in quel di Crevalcore. Il filetto alla Rossini in origine è composto da Filetto di Manzo, foie gras e tartufo.  A cambiare qui è la  carne. Il pericolo sarebbe quello di perdere la dolcezza delicata della carne di coniglio, in mezzo ad ingredienti così saporiti. La mano educata di chef Demis tuttavia mette a punto un piatto che non fa rimpiangere la classica preparazione tanto cara al musicista di Pesaro.

Se fosse…..

Se il vino di Château Belgrave fosse altro dal vino sarebbe: un furetto. Questa volta il paragone è facile, arrivando direttamente dal simbolo dello château. Un animale carino, ma con denti aguzzi e tanta determinazione, visto che questo animale è stato in passato impiegato nella caccia. Il paragone con  il vino di Belgrave, calza a pennello visto che questo château cerca sempre con grande determinazione una sempre migliore definizione gustativa vendemmia dopo vendemmia. Se  guardate i punteggi, al netto delle annate, è possibile cogliere questa costante ascesa qualitativa.

Château Belgrave Vino: le annate

 

2016: annata splendida, con vini eleganti, equilibrati e facilmente pronosticabili come longevi. Profumo di bacche scure, con mora in bell’evidenza. Anche il frutto rosso c’è, ma in fase di assaggio ha una consistenza quasi liquorosa. Il sottofondo di erbe aromatiche e il tannino pimpante aiutano a smorzare il sapore ricco del foie gras utilizzato in questo piatto.

 

2015: annata molto buona, forse anche qualcosa di più. Quello che stupisce è che nonostante l’importanza dell’annata, il vino non perde mai in bevibilità. Questo non vuol dire che il vino non invecchierà bene, ma le doti di immediatezza lo rendono piacevole sin da ora. Frutto scuro, scorza di arancia e nota mentolata sono le qualità che permettono al vino di bilanciare, in questo abbinamento, la succulenza del fondo di cottura del piatto e del foie gras.

 

2014: annata migliore sulla riva sinistra, rispetto a quella destra. La freschezza e il tannino ancora in bell’evidenza servono a bilanciare la ricchezza della ricetta. Il sorso non è comunque troppo austero, merito di sensazioni golose di frutti di bosco scuri e ciliegia.

 

2012: annata umida specie nel periodo prima della vendemmia. Le piogge in eccesso sono state assorbite piuttosto bene dalla ghiaia che caratterizza gran parte dei terreni di Château Belgrave. A questo si aggiunge la scelta di utilizzare meno legno. Il frutto rosso del sorso, maturo ma non troppo, bilancia la salsa, aiutato anche da una parte verde evidente che però limita la piacevolezza complessiva diventando, a tratti, un po’ invadente. La speziatura finale dona invece una buona complessità.

 

2011: caldo all’inizio del ciclo della pianta e umido in vendemmia. Il risultato, in linea generale, è rappresentato da alte acidità, tannini importanti e livelli di alcol contenuti. Il primo vino dello château risulta un po’ ombroso, con sensazioni di frutto scuro, violetta e una parte di fondo di caffè le cui note legnose e terrose insieme richiamano il tartufo nero del piatto. La delicatezza di frutto e alcol non coprono quella della carne di coniglio.

 

1989: un salto all’indietro con un’annata calda, una delle migliori degli anni ’80. Anche un quinto cru come Château Belgrave non risente del trascorrere degli anni, grazie a un colore brillante senza unghie aranciate e con un naso vivo di geranio, frutto rosso e legno di cedro. Bocca coerente, agile e piacevole. L’abbinamento si giova della leggerezza del sorso, oltre che della sua precisione.

Curiosità

Bertrand Dolavelle è il direttore di Belgrave. È una persona timida, ma capace. A Château Belgrave sta facendo un grande lavoro specie nella direzione di dare ancora più bevibilità. Che abbinamento suggerisce per il vino di Château Belgrave? la cacciagione.

 

Bottega Aleotti non è la prima volta che si incontra negli abbinamenti con i bordeaux. La bottega qui non è da intendere solo come ambiente che raccoglie prodotti, quanto come fucina d’idee. Demis Aleotti, un entusiasta e fornaio mancato, pensa sempre a cose nuove o come riscoprire i grandi classici della cucina come questo coniglio alla Rossini.

 

Il vino di Château Belgrave in Italia è distribuito in esclusiva da Balan

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