Château la Louviere Blanc 2014

Agosto 27, 2021.Marco Tonelli.1 Like.0 Comments

Château la Louviere Blanc 2014

Attenti al lupo! La Louviere e relativo château hanno parecchio a che vedere con questi animali. La lobeyra, da qui deriva probabilmente il nome dello château, è un termine della Guascogna che fa proprio riferimento al lupo. E di branchi di questi animali nel 1300, data a cui risale questa proprietà, ce ne dovevano essere parecchi., visto che qui una volta era tutto bosco e la vigna era in netta minoranza. La proprietà nel tempo si specializza nel fare vino, nello specifico sia bianchi sia rossi, in entrambe i casi molto buoni.

Château la Louviere Blanc: il vino

Il vino ha la stessa composizione delle vigne dello château. Forte presenza di Sauvignon Blanc che, in alcune annate, ad esempio la 2019, arriva addirittura al 100% del vino. I terreni sono caratterizzati da un mix di ghiaia e calcare. In cantina il vino bianco di Château la Louviere fermenta in parte in acciaio e in parte in legno, anche nuovo. Affinamento? Solo legno per circa 9 mesi, con l’impiego di legno nuovo per poco meno del 50%. Questi valori sono dati di massima ma da annata ad annata qualche piccolo cambiamento ci può essere.

L’annata 2014

Annata da bianco. Inverno tiepidino e così anche la primavera. Stagione forse un po’ precoce quindi anche se le piogge estive hanno complicato tutto, in parte la stagione ha ‘svoltato’ grazie a un settembre molto caldo, che ha dato un boost non da poco proprio alle varietà bianche.

Château la Louviere Blanc 2014

Il colore, la foto non rende giustizia, è più carico di quello che ci si aspetterebbe dalla bottiglia e dall’annata. Promessa mancata? Macché tuttavia, alle volte, la conservazione, specie in questa estate amazzonica fa prendere al vino strane deviazioni. In vacanza si sa il bello è anche perdersi e così mi ritrovo questo la Louviere 2014 che (ri)conosco poco, scoprendo tuttavia un grande vino. Uno che profuma di fieno e frutta secca. Alla cieca tuttavia servirebbe il gps per riconoscerlo,sèpecie in questo esemplare. Poi comunque  fanno la propri comparsa quelle note di frutta gialla (cotogna, cedro e pesca), queste sì più proprie del vino di Château la Louviere, che, forse il caldo, ha trasformato in versioni mature. In bocca il legno si sente solo a tratti, anche perché qui è la frutta ad avere quella potenza che, quando si scalda il bicchiere, ha quasi un ché di violento. Non tutto il male viene per nuocere, visto che il vino sopporta anche i pesci più saporiti. Senza dimenticare quelle grigliate di costine e salsiccia che in riviera romagnola hanno quella cadenza più regolare del ciclo delle stagioni anche se ‘le mezze’ sono sparite. Per gli amanti dei punteggi siamo, fatta la tara delle non perfette condizioni di consumo, sui 90+/100.

Categories: Bordeaux, Bordeaux vino

Add comment

Tutti i diritti sono riservati © Marco Tonelli 2020 - Privacy Policy - Cookie Policy