Cosa significa Tertre

Terte vuol dire collina. Bordeaux è famosa per non averne, almeno quelle che nell’immaginario comune sono considerate delle piccole montagne. La Tertre che dà il nome a Château du Tertre (5° cru secondo la classificazione del 1855) è alta 27 metri sul livello del mare. Pochi, anche se per l’appellazione di Margaux è il punto più alto. Le colline però non si misurano soltanto in metri, ma anche con altri parametri compreso quello della qualità.

Storia di Château du Tertre e della bottiglia chiamata ‘bordolese’

Siamo nella parte più interna dell’appellazione Margaux, nello specifico nel comune di Arsac. In origine Château du Tertre corrispondeva al castello dei signori di questo villaggio. Nel tempo la proprietà e i vigneti cambiano spesso di mano. Passano anche da quelle di Pierre Mitchell: un vetraio che ha inventato il formato jeroboam ( 3 litri di vino), ma soprattutto quella particolare silhouette che prende il nome di  forma di bottiglia bordolese. Un forma diventata inconfondibile, dotata di collo stretto e spalla alta, elementi utili a trattenere il deposito che si forma nel vino con il riposo in cantina. Negli anni ’60 del secolo scorso Château du Tertre viene acquistato dalla famiglia Gasquenot, già proprietari di Château Calon Segur. Questa famiglia a sua volta cede la proprietà a metà degli anni ‘90. I nuovi, oltre che attuali, proprietari sono gli Albada-Jelgersma, famiglia olandese nel ramo dei supermercati che possiede anche Château Giscours e, in Italia, Caiarossa (Costa Toscana).

Un terroir, un collina…..

Collina sì, ma la più alta del Médoc. A questo il terroir di questo château aggiunge se non delle altitudini almeno delle altezze. Prima tra tutti  quella percentuale del Cabernet Franc (19% oggi ma a metà degli anni ’90 arrivava al 30%), molto elevata per un Médoc dominato dal Cabernet Sauvignon. 27 metri in altezza sembrano pochi ma è in basso, sotto terra che sta la qualità. Pensate a una torta a 3 strati. In cima argilla e sassi, più in basso soprattutto sabbia. L’argilla essendo un materiale che colleziona acqua aiuta, specie il Cabernet Franc, a non subire stress idrici nei mesi caldi. Sui suoli sabbiosi invece c’è in prevalenza Petit Verdot, varietà di grandi contrasti, quasi nervosa, che qui tuttavia diventa più ‘educata’ più aromatica che piccante, con tannini non troppo incisivi. Il resto è tanto Cabernet Sauvignon e un 19% di Merlot. Gli ultimi anni sono stati importanti per un grande ripensamento della vigna di questa realtà. Si è passati a una densità di piante maggiore e a un progressivo passaggio alla biodinamica, anche se le dimensioni attuali dello château (54 ha) sono pressoché le stesse del 1855.

Tre il numero perfetto per Château du Tertre

La cantina di Château du Tetre si fa in 3 sia come locali sia in quanto a materiali: tini di legno, acciaio di piccole dimensioni e cemento non rivestito. La varietà serve per avere lo strumento migliore per tradurre quella parcella in quella determinata annata. Vinificazione, come spesso accade a Margaux, molto classica e semplice, senza macerazione a freddo fermentazione a temperature ben al di sotto dei 30°. Temperatura bassa di fermentazione rimontaggi contenuti al massimo all’inizio della fermentazione per determinare lo stile di Château du Tertre. Una delicatezza e beva che non si vuol affogare con lunghi affinamenti in legno, poco più di anno, con la metà di legno nuovo per il primo vino e con utilizzo di legno più grande per il secondo vino chiamato le Haut du Tertre. Château du Tertre ha persino un vino bianco, chiamato Tertre Blanc a partire dal 2012, composto da Sauvignon Blanc, Chardonnay, Viognier e Gros Manseng (viene classificato come Vin de France, visto che l’appellazione Margaux fa riferimento solo ai vini rossi).

Stile vini Château du Tertre

All’inizio parlavo del fatto che a Bordeaux le altezze non si misurano solo con il metro. Per i vini di Château du Tertre bisogna usare anche altre unità di misura: eleganza e piacevolezza. I vini di Château du Tertre non soddisfano chi cerca vini potenti e concentrati. Tuttavia per capirli serve grande concentrazione, per cogliere quei dettagli che qui ci sono, ma che rischiano di perdersi in quella beva trascinante che nei vini di Bordeaux, negli ultimi anni è un po’ meglio, non è che sia poi così scontata. Insomma la fedeltà al proprio stile oggi per i vini di Château du Tertre paga tanto che secondo me l’essere quinto cru nella classificazione del 1855 gli sta un po’ stretta.

Il primo vino di Château du Tertre in Italia è distribuito da: Vino & Design, Sarzi Amadé, Pellegrini spa.

 

Château du Tertre

Margaux

Quinto Cru, Fifth Growth

Visite su prenotazione

Consulente esterno: Eric Boissenot. Il direttore tecnico è un italiano: Lorenzo Pasquini

Secondo vino: Le Hauts du Tertre

Ettari Vitati: 54

In vigna: Cabernet Sauvignon 45%, 19% Merlot, Cabernet Franc 19%, Petit Verdot 5%. Le vigne hanno in media 40-45 di età.

Curiosità: questo è, probabilmente, l’unico château con tanto di piscina.

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