Château Figeac un tempo enorme, oggi ‘solo’ grande

Parlo di dimensioni, più che di fama. L’odierno Château Figeac sorge ancora in quella posizione che un tempo si chiamava Figeacus. Un posto figo, non solo per il vino, il cui nome latino per altro ha probabilmente a che vedere col la parola fico; da qui il nome. La massima espansione della tenuta, composta, come ancora oggi non solo da vigna, è stata addirittura di oltre 250 ettari. Una ‘taglia’ enorme, ridotta poi nel tempo a beneficio di altri châteaux che hanno comunque mantenuto la parola Figeac nel proprio nome. Alcuni esempi? La Tour Figeac o Grand Barrail Lamarzelle Figeac. Nel tempo anche il castello di Château Figeac, uno con merli e torri vere e proprie, è stato sostituito da una villa classica che sul campanello, sin dalla fine dell’800, ha scritto: famiglia Manoncourt. Oggi Château Figeac è una proprietà comunque grande. Grande di ettari, ben 54, e grande di fama, visto che nella classificazione dei vini di Saint-Émilion è un Premier Grand Cru Classé B.

Cosa fa la differenza a Château Figeac

Terroir è una parolina magica, qui lo è un po’ di più. A Saint-Émilion la particolarità è il calcare puro. Nella parte che si avvicina a Pomerol, qui troviamo le vigne di Château Figeac, abbiamo invece alcune collinette con tanta ghiaia. Questa zona si chiamata Graves di Saint-Émilion. A dividersela solo due châteaux: Château Figeac e Cheval Blanc, anche se una piccola porzione di questa rarità geologica rientra nei confini di Château la Dominique. La ghiaia, presente specie nella parte alta di queste colline, è naturalmente più adatta al Cabernet Sauvignon. Questo spiega l’alta percentuale che il vitigno ha nei vini di Château Figeac.

Cabernet Sauvignon sulla riva destra

Siamo attorno al 35%, quando altri châteaux della zona sono all’incirca attorno 10% o addirittura non coltivano proprio questa varietà. Le altre tipologie di suoli che compongono i vigneti di Château Figeac sono riconducibili a sabbia e argilla. Per quanto to riguarda le varietà oltre al Cabernet Sauvignon, non possono mancare le uve classiche di Saint-Émilion: Merlot (30%) e Cabernet Franc (35%). Petit Verdot e alcune piante di Malbec sono state definitivamente rimosse dopo la terribile gelata del 1966.

La cantina non c’è più

Al momento in cui scrivo il castello, strano a dirsi, non ha cantina. Ne ha comunque una temporary, perché la sta costruendo. Quella nuova sarà pronta per la vendemmia 2020. Per un rispetto alla bellezza del luogo i locali i trasformazione e affinamento saranno sotto terra. Uno sforzo che ha prodotto ben 31000 metri cubi di terra scavati. Dal 2018 fino al 2020 questo château vinifica perciò in un capannone, dotato di 48 serbatoi di acciaio. Un feeling con il materiale piuttosto consolidato, visto che proprio Château Figeac è stata la prima azienda della riva destra a utilizzare acciaio negli anni ’70. Oggi la vinificazione è effettuata sia in acciaio sia in legno.

Vinificazione Château Figeac

La vinificazione qui parte con una settimana di macerazione a freddo, poi una fermentazione che non supera mai 30°, malolattica in legno e infine affinamento. Solo legno nuovo, proveniente da 8 bottai differenti, per circa 18 mesi per il primo vino. Il secondo vino si chiama Petit Figeac, fino all’annata 2012 invece si chiamava La Grange Neuve de Figeac. Il concetto che sta dietro il secondo vino? Uno, anzi due:

  • non per forza piante giovani rispetto del blend del Grand Vin
  • affinamento realizzato in legno nuovo per un terzo, per un periodo di poco superiore all’anno.

Giudizio Château Figeac

Non ve lo devo dire io che è buono, ve lo dicono la sua storia e il suo presente: quello che colloca Château Figeacnel ranking dei vini di Saint-Émilion come Premier Grand Cru Classé B. I vini di Château Figeac forse sono addirittura da Premier Grand Cru Classé A, anche perché nel tempo questo château ha saputo reggere una concorrenza che, a Saint-Émilion, è sempre più serrata, per diversi motivi. Su tutti il fatto che la qualità cresce, ma soprattutto in rapporto al fatto che questa classificazione può essere rivista ogni 10 anni. Risultato? Chi sta davanti tiene la guardia alta, chi sta dietro lavora per crescere, anche perché salire di grado significa salire di prezzo…. Château Figeac tuttavia è rimasto ai piani alti della classificazione, riuscendo a rimanere fedele, cosa non da poco, a sé stesso e  alla propria idea di vino, come si può leggere nelle righe che seguono.

 

I vini di Château Figeac nel bicchiere

La particolarità dei vini di Château Figeac è anche l’elemento che li rende meno evidenti, almeno in giovane età. Il perché? La quota alta di Cabernet Sauvignon nel blend li rende, nei 2/3 anni successivi alla vendemmia, molto balsamici rispetto al frutto. In questa fase nulla di acerbo per carità, ma piuttosto erbe aromatiche e officinali che vanno sopra quel frutto che poi ritorna di prepotenza negli anni  successivi. Alle volte, specie in annate mature, il passaggio dal ‘verde’ al rosso, quest’ultimo da intendersi come frutto, fa sembrare il vino più maturo e ampio, di quello che in realtà sia. Come invecchia? Bene, anzi molto bene e il discorso si può allargare anche al secondo vino; cosa non così scontata. L’invecchiamento del primo vino di Château Figeac è, al netto delle condizioni di conservazione, lento e progressivo.

 

Château Figeac

Saint-Émilion

Premier Grand Cru Classé B secondo la classificazione dei vini di Saint Émilion

Consulente esterno: Michel Roland

Secondo vino: Petit Figeac

Ettari Vitati: 54

In vigna: Cabernet Sauvignon 35%, 30% Merlot, Cabernet Franc 35%. Le vigne hanno in media 40 di età.

In Italia i vini di Château Figeac sono distribuiti da: Vino & Design e Sarzi Amadé

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