Château la Dominique: da sempre diverso

Bordeaux è una zona del vino classica, ha vini potenti, che hanno bisogno di molto tempo prima di essere apprezzati. Sempre a Bordeaux le aziende sono snob, rich, spesso poco dedite al bio e i vini costano troppo. Questi sono solo alcuni dei cliché relativi ai vini di Bordeaux. Château la Dominque, Grand Cru Classé di Saint-Émilion è un esempio di come i preconcettti appena elencati, non valgano. Il nome non ha niente del luogo o del blasone di un cognome aristocratico, ma ha a che vedere con la passione per i caraibi di uno dei primi proprietari. Oggi Château la Dominique appartiene alla famiglia Fayat. Anche qui zero aristocrazia nel senso classico del termine, ma piuttosto un nome, anzi un cognome di una stirpe che parte da un uomo che si è fatto da solo nel mondo delle costruzioni.

Una Ferrari tra i vigneti di Saint-Émilion

Rimanendo in tema di costruzioni non si può nn parlare, nel caso di questo château, della sua struttura. Quella originaria è una villetta bianca che vediamo immortalata nelle etichette dell’azienda. La cantina invece, forse oggi il vero simbolo di Château la Dominique è un astronave rosso fiammante. Vetro e acciaio il cui colore è stato creato secondo l’idea di una goccia di vino che colando cambia di sfumatura, ma non di colore. Una struttura moderna, filante, accattivante non troppo sborona, si direbbe dalle mie parti, rispetto al paesaggio con cui non fa a pugni. L’ha costruita Jean Nouvel, un architetto che ha costruito le linee di montaggio della Ferrari.

La location di Château la Dominique

La location di Château la Dominique è impressionante, quella delle vigne pure. Poco più di 20 ettari collocati nella parte nord di Saint-Émilion. Il terroir qui è speciale. Non perché siamo al confine con Pomerol, ma perché semmai gran parte dei terreni di Château la Dominique ricade in quella parte di Saint-Émilion chiamata Graves. Una zona d’elite, anche se qui con una quota maggiore di sabbia, condivisa con altri châteaux davvero eccellenti (Château Figeac e Château Cheval Blanc). La prevalenza varietale per Château la Dominique va al Merlot (oltre l’80%), mentre gli altri vitigni (Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Malbec, quest’ultimo ancora in fase sperimentale per ragioni di riscaldamento globale) non arrivano, singolarmente, al 10%. Le vigne sono state ripiantate o risistemate a partire dal 2008.

Cantina Château la Dominique

 

Se fuori abbiamo modernità anche all’interno la ricetta è la stessa. Tanto acciaio con serbatoi di acciaio per vinificare, ma anche uova di cemento, anfore e altri contenitori per sperimentare. La vinificazione è abbastanza classica con temperatura non troppo alta, per non perdere finezza e non estrarre troppo tannino. Affinamento in barrique con legni di 8 tonnellerie differenti. La sosta in legno per il primo vino è ovviamente differente, nel senso di più prolungata, rispetto a quella del secondo vino. Il nome della seconda etichetta di Château la Dominique? Fino al 2010 Saint Paul de Dominique, poi cambiato oggi in Relais de la Dominique. Il primo vino riposa in legno nuovo per il 70% per un periodo che non supera i 15 mesi, con il taglio finale si fa alla fine dell’invecchiamento. Il secondo vino (prevalenza di Merlot) è affinato per un 20% in legno di cui solo la metà è composta da barriques nuove.

Stile Château la Dominique

Inizio non parlandovi di stile del vino, ma dell’approccio generale di Château la Dominique. Qui si va sul nuovo. Non a tutti i costi, hanno il vantaggio di avere vigne sui Graves di Saint-Émilion quindi non lo sprecano, ma la voglia è quella di innovazione, freschezza. Per questo, ad esempio, lo château ha sempre preteso uno staff giovane, anche ai piani alti.  La manager è Gwuendoline Lucas. Faccia svelta, idee chiare e poco importa se arriva dalla Borgogna. In fondo cosa volete che sia per Château la Dominique abbattere anche il cliché legato alla tradizione di ‘manager e buoi dei paesi tuoi’. Del vino, specie del secondo, ve ne parlo qui, anche se lo stile delle etichette di Château la Dominique rispecchia in qualche modo questa voglia di nuovo di giovane. Come? Attraverso un gusto generoso, a tratti quasi caratterizzato da un’energia tutta giovanile, che trova la propria quadra dopo anni di bottiglia. La durata dei vini di Château la Dominique ha uno spartiacque, in meglio ‘intende, a partire dalla seconda metà degli anni 2000.

 

 

 

Château La Dominique

Comune: Saint-Émilion

Grand Cru Classé secondo la classificazione dei vini di Saint-Émilion

Manager: Gwendaline Lucas

Direttore tecnico: Yann Monties

Consulente esterno: Michel Rolland

Secondo vino: Relais de la Dominique

Ettari vitati: 23 ha

In vigna: 85% Cabernet Franc, 12% Merlot, 3% Cabernet Sauvignon. Le piante hanno in media 35 anni di età

Curiosità: Sul tetto della cantina lo château ospita un ristorante, circa 100 coperti, con una bellissima terrazza che guarda i propri vigneti e Pomerol. Qui siamo infatti al confine tra Pomerol e Saint-Émilion

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