Château Beausejour-Bécot vino

Gennaio 15, 2021.Marco Tonelli.1 Like.0 Comments

Château Beausejour-Bécot vino

 

Château Beausejour-Bécot 2017

94+/100

96/100 in abbinamento

 

Château Beausejour-Bécot 2014

92/100

92+/100 in abbinamento

 

Château Beausejour-Bécot 1999

87/100 bevuto nel 2020

91/100 in abbinamento

Comune Saint-Émilion

Uvaggio: Merlot per il 80% poi, in ordine d’importanza Merlot, 25% Cabernet Franc e 5% Cabernet Sauvignon.

Affinamento: in legno per massimo 18 mesi con barrique, per il 60% nuove, parte dell’affinamento nelle annate recenti, verrà effettuato in anfora

Abbinamento: tagliatelle al ragù. Il ragù è stato cucinato dalla Trattoria Entrà

Château Beausejour-Bécot vino, se fosse……

Se il primo vino di  Château Beausejour-Bécot non fosse vino ma altro sarebbe:  una camicia bianca. Banalotta? Mica tanto, visto che si tratta di un capo di abbigliamento che -forse- da solo dice poco, ma che risulta essere molto versatile e sempre elegante. Con un jeans ti dice ok sono casual ma non troppo e con un abito ribadisce la raffinatezza della mise. Insomma un must da avere in cantina, pardon nel guardaroba. In Italia i vini di Château Beausejour-Bécot sono importati da Sarzi Amadé e Ghilardi Selezioni

Abbinamento

Abbinamento: tagliatelle al ragù. Un classico bolognese, ma con un ragù che arriva dalla provincia di Modena, per la precisione dalla Trattoria Entrà. Qui nasce un ragù tutto sommato leggero, digeribile e saporito. Partenza con pentola ampia, con olio e solo cipolla bianca, poi carne di maiale (circa il 70%) con un impasto simile a quello della salsiccia, ma non troppo grasso. Poi il rimanente 30% carne di manzo, passata di pomodoro un bicchiere di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. L’ingrediente finale? Il tempo. Quanto? Circa 150 minuti a fuoco sussurrato.

Annate

2017: la più giovane è anche l’annata più sofferta, ma anche la più buona. Nonostante le gelate, il corredo aromatico spazia, con abbondanza di dettagli, tra il floreale e il fruttato. Se la viola e rimane bella realistica, la rosa è carnosa e un filo speziata, quasi piccante di pepe e balsamica menta. La dolcezza del frutto (prugna e mora) e della parte floreale bilancia la sapidità del ragù. Il tannino morbido non copre la preparazione. Ultima annata di Michel Rolland come tecnico.

 

2014: annata classica, anche se con parecchia pioggia in agosto. Qui il frutto non manca, soprattutto nero, anche se si avverte maggiormente quella speziatura, già presente nella 2017, ma che qui si fa più dark, con chiodo di garofano e liquirizia. Il sorso rimane comunque vibrante e piuttosto lungo, merito anche di un tannino rifinito. La riuscita dell’abbinamento però qui è garantita in gran parte dall’eccellente beva.

 

1999: annata medio buona in generale, molto meno purtroppo a Saint-Émilion che ha sofferto di una grandinata piuttosto abbondante. Il vino è comunque coerente con lo stile dello château, quindi eleganza dovuta anche al calcare presente  in vigneto. Il frutto, più succoso che polposo, va a braccetto con il ragù, alleggerendo la succulenza della carne di maiale presente nella salsa. Dimostrazione lampante che il vino con il cibo giusto ci guadagna sempre, anche in annate non al top.

Trattoria Entrà

 

Casa di campagna nel middle of nowhere, con Antonio in sala ed Elvira in cucina. Si respirano qui atmosfere semplici, ma vere, quelli che alcuni chiamerebbero ‘di una volta’. Menù da trattoria senza sfarzi ma con tanto gusto e sostanza. Le tagliatelle sono sottili ma consistenti e il ragù non ha eccessi  garantendo una buona digeribilità. Antonio cura la cantina alla perfezione con presenza in carta di qualche Bordeaux, anche se di livello missilistico ma a prezzi super. Se all’atto di prenotazione chiedete con gentilezza, probabilmente potrete portare una bottiglia di Château Beausejour-Bécot, per provare l’abbinamento. Una volta seduti aspettate lo stappo della vostra bottiglia, magari con un calice di Lambrusco di Sorbara dall’interessante carta vini di questa trattoria.

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