Château du Tertre vino

 

Château du Tertre 2016

91/100

93/100 in abbinamento

 

Château du Tertre 2011

88/100

90/100 in abbinamento

 

Château du Tertre 1998

90/100

90+/100 in abbinamento

 

Château du Tertre 1995

90/100

91/100 in abbinamento

 

 

Comune di Margaux

 

Uvaggio: 43% Cabernet Sauvignon, 33% Merlot, 19% Cabernet Franc, 5% Petit Verdot. Le piante più vecchie risalgono alla metà degli anni ’60.

 

Vinificazione: legno, cemento (uova) e acciaio

 

Affinamento: a 15 a 17 mesi di legno in barrique di rovere francese di cui il 45% nuove

 

Abbinamento: melanzane alla parmigiana di Bottega Aleotti

Se fosse……

 

Un coltellino svizzero. Fa tutto, anche se alla fine non ha la potenza o la precisione millimetrica dei coltelli da cucina. Non taglia   con la precisione di una forbice forgiata a Solingen patria germanica delle lame, non sfiletta con la flessibilità di un coltello giapponese. Ma c’è un però. Anzi ce ne è più di uno, visto che la sua versatilità risolve i problemi. Con la stessa facilità, in virtù di doti quali leggerezza e carattere, il primo vino di Château du Tertre rappresenta un valido alleato anche in abbinamenti che potrebbero sembrare troppo delicati per un Bordeaux. Gli esempi? Un piatto vegetale come questo, ma anche un pesce, magari cucinato all’acqua pazza o in zuppa, e tanto altro.

Abbinamento

Un rosso con la melanzana? Questo non è un rosso! Ci vedo bene, tuttavia il primo vino di Château du Tertre è in realtà uno dei ‘sorsi’ più gentili e delicati che si possano trovare a Bordeaux, sia da giovane sia quando la bottiglia ha diversi anni sulle spalle. Il pomodoro della ricetta chiede un vino rosso, la nota grassa della mozzarella pure, e poco importa se qui siamo di fronte a una melanzana alla parmigiana al forno e non, come vorrebbe la tradizione, fritta.

Annate

2016: annata eccellente a Bordeaux e questo Château du Tertre non fa eccezione. Nonostante non ami i bordeaux giovani, qui la piacevolezza, dovuta al tratto delicato dello château, la fa da padrone. Questo favorisce una grande capacità di abbinamento non solo per l’equilibrio raggiunto, già molto buono, merito anche di tannini molto rifiniti e piacevolmente mentolati.

 

2011: caldo nelle stagioni fredde e umido in quelle calde. Un vino al contrario quindi? No, perché l’acidità sopra le righe dell’annata qui prende la forma di piccoli frutti rossi sì succosi, ma anche maturi. Il 2011 di Château du Tertre non è tuttavia un vino esile in senso assoluto. La complessità, più che discreta, arriva da sensazioni di erbe aromatiche e legno di cedro. Tannino pimpante.

 

1998: qui combaciano le caratteristiche di un’annata discreta, con l’indole dello château. Il vino ha un colore brillante, senza accenni di evoluzione. Il naso è leggero, ma ha note ben scandite specie sul frutto, soprattutto rosso, e su toni floreali di geranio e viola. Il sorso ripropone le sensazioni del naso, specie su quelle tonalità di erbe aromatiche che ritroviamo nel piatto. il tannino è una carezza.

 

1995: annata molto buona che si manifesta sin dal naso, che risulta sì fragrante, ma piuttosto lento a dispiegarsi del tutto. Frutto rosso ricco di verismo e una nota più delicata di pesca e tabacco sono le sensazioni maggiormente riscontrabili nel bouquet. Bocca filante con il frutto rosso succoso, abbinato a un frutto scuro (prugna) quest’ultimo utile a dare sostanza e dolcezza al sorso. Una sensazione, quest’ultima, che risulta utile per bilanciare la leggera nota amarognola della melanzana. Il tannino, ben fuso oggi con il vino, regala un bell’allungo.

Château du Tetre vino e Bottega Aleotti

 

La melanzana alla parmigiana ha tante versione quante sono le famiglie che la preparano. Questa è quella preparata da Bottega Aleotti in quel di Crevalcore. Di solito abbino ai vini di Bordeaux i piatti tradizionali della mia città, Bologna, ma di fronte a un piatto così ben eseguito non si poteva non cogliere il boccone, pardon, l’occasione. La Bottega Aleotti è un posto accogliente, l’arredamento fa un po’ bistrot-chic con piatti della tradizione e alcune rivisitazioni, come questa melanzana. La passione qui è tutto, come capirete dalla cura dei piatti, ma anche scambiando qualche parola con lo chef Demis Aleotti. Uno che con due parole, e tanto entusiasmo, vi farà venir voglia di iscrivervi a un corso di cucina. In carta non credo ci siano Bordeaux, ma se in fase di prenotazione chiedete con gentilezza, probabilmente potrete portare una bottiglia di Château du Tertre per provare, in stagione, l’abbinamento con la melanzana.

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