Un po’ di storia su Pape Clément

Pape vuol dire papa. Il nome di questo château deriva proprio dal fatto che un papa, Clemente V, è stato proprietario di quest’azienda, collocata nella periferia  di Bordeaux. Esattamente? Siamo a Pessac-Léognan. Qui la classificazione del 1855 non mette quasi becco tranne in un caso. Tuttavia a Pessac-Léognan ne hanno una propria, come potete leggere qui. Château Pape Clément è classificato sia per i vini bianchi sia per quelli rossi.

Château Pape Clément oggi

Come detto qui si fa vino dal 1252 (prima l’azienda era conosciuta come la Mothe). Dopo il papa oggi il papà di quest’azienda è Bernard Magrez , qui sin dai primi anni ’80, oggi affiancato dai figli Cécile e Philippe.

Bernard Magrez è proprietario di ben 4 Grands Crus Classés in Bordeaux

Vigneti

 

Gli ettari dell’azienda in totale sono 60, di cui 53 dedicati alle varietà rosse. Tra queste la principale è il Cabernet Suavignon (56%) seguito da Merlot e Cabernet Franc (+ Petit Verdot). Tra i grappoli ‘pallidi’ il 50% in vigna è occupato da Sauvignon Blanc (+ Sémillon + Muscadelle + Sauvignon Gris). I terreni, in alcuni casi molto vicine alle case della periferia bordolese, sono caratterizzati da una singolare superficie alluvionale molto vecchia, sormontata a sua volta da un sottile strato di ghiaia risalente a 1,5 milioni di anni fa. Se non siete geologi questo vi interessa poco, mentre interessa parecchio in particolar modo al Cabernet che qui, grazie alle temperature miti dovute alla vicinanza con la città sommate alla qualità dei terreni, crescere piuttosto bene. Château Pape Clément comprende tuttavia che la vicinanza con la città ha anche lati negativi che qui si combattono a suon di ‘pollice verde’, biodinamica compresa.

Cantina

 

Da fuori sembra una casetta stilizzata come quella del monopoly. Dentro ricorda la maestosità di una cattedrale. A dire il vero c’è anche una cappella che oggi viene utilizzata come sala privata e per proiettare ai visitatori i filmati sullo château. La vinificazione avviene in 28 serbatoi troncoconici di legno. Fermentazione a temperature non troppo alte, rimontaggi per dare struttura, macerazione per un mese circa, malolattica in legno. Per il primo vino, quello rosso intendo, l’affinamento in barrique (18 mesi 70% legno nuovo) si svolge in diverse sale, alcune delle quali abbellite da lampadari e vetrate policrome, simili a quelle che si possono trovare nelle grandi cattedrali. Piccola notazione per i legni. In passato si ‘sentivano’ di più anche nei vini piuttosto vecchi. Oggi tuttavia la cura nella scelta delle barrique da utilizzare passa da 15 tonnellerie diverse.

La selezione dei ‘legni’

Una cosa comune a Bordeaux, ma qui si alza il tiro visto che i bottai di Château Pape Clément selezionano gli alberi che poi diventeranno botti da 4 ben differenti foreste. Cosa non si fa per la complessità. Il secondo vino, chiamato le Clémentin du Pape Clément (piante più giovani) rimane in legno per 16 mesi, ma con una quota inferiore di legno nuovo (40%). Château Pape Clément sperimenta anche botti grandi e diversi contenitori di altrettanti materiali (cemento, resina, ceramica ecc…)

Château Pape Clément va in bianco

 

Il mix di uve è decisamente spostato verso il Sauvignon Blanc (oltre il 70%). Completano il tutto Sémillon e tocchi di Sauvignon Gris e Muscadelle. Fermenta e affina in legno (15% in uova di cemento) -malolattica sì- per un vino che nel tempo si è spogliato di eccessi di legno, arrivando ad essere, costa ma vale, uno dei primi 5 top bordeaux bianchi in circolazione.

 

Stile

 

Potenza ma mai fine a sé stessa, perché i vini sanno invecchiare a meraviglia, combinando carattere dell’annata e stile dello château. Lo stile dello château è in costante ascesa a partire dalla seconda metà anni ’80. Prima molti alti e bassi. Negli ultimi anni c’è stata un’ulteriore definizione con una riduzione del legno o quanto meno una sua precisione, tanto da risultare meno impattante anche quando i vini sono giovani.

Curiosità

 

  • Si può dormire all’interno dello château, grazie a 5 suites
  • Sotto allo château si trova una cappella consacrata e altre sale con all’interno vecchie bottiglie dello château, tra cui un bianco del 1893.
  • Sempre in questo ‘paradiso’ sotterraneo si trova anche una bottiglia rarissima, per Bordeaux, come quella chiamata Primat dalla capienza esagerata rispetto a una bottiglia normale da 0.75, come potete vedere dalla foto (qui potete ripassare i formati delle bottiglie di bordeaux). (27L)
  • In affinamento all’interno della barricaia potete trovare delle botti di vino Koscher, come testimoniano i sigilli apposti dal rabbino.
  • La Rolls Royce che vedete nel giardino dello château non è un auto reale È ‘solo’ un opera d’arte: Solo la calandra appartiene ad una vera Rolls-Royce.
  • La verrière accanto allo château è stata ricostruita qui trasportandola pezzo per pezzo, visto che si trovava in un’altra location.
  • Esiste anche un altro vino chiamato Pape Clément 4. Solo 900 btg prodotte da un mix di 4 annate differenti (2000-2005-2010-2015). Chi ne acquista una può ritirare la propria bottiglia soltanto recandosi allo château.

 

Château Pape Clément Riassunto

 

Comune: Pessac-Léognan

Classificato per il bianco e il rosso secondo la Classificazione dei vini di

Manager dell’azienda: Jeanne Lacombe (direttrice del Château)

Sebastien Esquerre (gestore delle colture)  

Consulente esterno: Michel Rolland

Secondo vino: Clémentin du Pape Clément

Ettari vitati: 60 + 30h acquisita nel 2018 con il castello Le Sartre

In vigna: Cabernet Sauvignon (60%), Merlot (30%), Cabernet Franc (3%) e Petit Verdot (2%). Per il Bianco Sauvignon Blanc (50%), Sémillon (40%) e Sauvignon Gris (10%). Le piante hanno circa 40 anni di età.

 

 

In Italia i vini di Château Pape Clement: Vino & Design, Sarzi Amadé, Pellegrini, Balan

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