Château Montrose vino

 

Uvaggio: Cabernet Sauvignon (60%), Merlot (32%), Cabernet Franc (6%) e Petit Verdot (2%)

 

 

Annate Château Montrose: 2014, 1999, 1975

 

Punteggio:

 

2014 92+/100

1999 92/100

1975 92+/100

 

 

Nota distintiva: sapidità e, dopo anni di bottiglia, sensazione metallica che ricorda il sangue

Abbinamento:…..persino il pesce a polpa bianca

 

Parecchie cose, perché il vino sa mantenere sempre eleganza nelle annate ricche e delicatezza, ma senza note troppo verdi o risultando troppo ‘magro’, in quelle più fresche. La classe, forse un po’ rigida delle nuove annate se non attese grazie a un po’ di sosta in bottiglia, consente al grand vin di Château Montrose di essere abbinato a parecchie preparazioni. Andando sul difficile o quanto meno sull’insolito, andrei sul pesce. Penso infatti alla rana pescatrice in porchetta con spugnole del ristorante Tracina di Cesenatico, località che si trova sul mare adriatico. Il perché della scelta? Più di uno. Intanto il pesce ha sapore e consistenza e soprattutto la mano di Christian Fava, chef e patron del ristorante, dona alla preparazione ulteriore gusto grazie a burro e funghi (Spugnole) che danno robustezza al piatto senza coprire le doti saporite, ma certamente meno potenti, del pescato.

Cosa sarebbe se non fosse un vino……

 

Una GT. Non una semplice auto sportiva, ma una granturismo. Una con cui ci si può fare dei lunghi viaggi senza dover, una volta scesi dalla vettura, contattare il fisioterapista per la schiena o per le gambe. Un’auto quindi che ti porta lontano, anche molto, ad alta velocità e circondati dal lusso e dalla comodità. Il primo vino di Château Montrose rispetto a una GT costa molto meno, non poco, per carità, ma ripaga sempre di ogni singolo euro speso.

 

Degustazione Château Montrose annate

 

Château Montrose 2014

 

Profumi nitidi e di buona complessità che ancora mostrano un profilo boisée dovuto all’affinamento. Il bouquet rimane comunque ampio, dominato dal frutto, piccolo e scuro, mescolato a note più golose e leggermente alcoliche di liquore di ciliegia. Bocca piuttosto fedele al naso, anche se qui la golosità anche se qui assume più i contorni del cacao amaro e della menta. Tannino rigoroso, ma non troppo impettito.

 

Château Montrose 1999

 

Stappato nel 2022. Apertura 5 ore prima dell’assaggio, ma decant free. Profumi lenti a svelarsi nonostante l’apertura anticipato di 3 ore, ma è lo stile del vino. Nel bicchiere però quando partono i profumi sono intriganti pur non essendo troppo potenti. Il floreale c’è ma ha una reminiscenza balsamica di geranio poi frutto scuro. Lo so in tanti mettono il ribes tra i descrittori ma poi in pochi sanno che profumo o che sapore abbia, ma qui c’è tutto. Sempre al naso sensazioni di tartufo, terra e un ulteriore sensazione terrosa ma dolce di rabarbaro. In bocca stesso svolgimento del naso con acidità presente, ma non invadente. Tannino in fase di amalgama ma non manca molto

 

 

Château Montrose 1975

 

Tra le prime tre annate top della decade. Aperto 5 ore prima di essere consumato ma dencater free. Delicatezza mezza bellezza direbbe qualcuno. Bellezza intera direi piuttosto perché il cercare le sensazioni presuppone un’attenzione che porta a scoprire un vino molto mutevole, quindi vivo. Uno che parte con sensazioni ematiche così vere che ti fanno ricordare quando ti succhiavi il dito con una ferita –first aid ante litteram- e la bocca veniva attraversata da una sensazione, mai sentita prima che ricorda il ferro. Poi arrivano i frutti scuri, qualche lampo che ricorda la pesca gialla e poi tanto tabacco. Quello ancora spento, molto aromatico e senza fumo. Per quello basta la sensazione d’incenso.

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