Château Léoville las Cases

Ottobre 10, 2022.Marco Tonelli.1 Like.0 Comments

Storia Château Léoville las Cases

 

Léoville sta per città dei leoni e qui sul famoso cancello e sulle etichette dei vini ce ne sono parecchi. Las Cases invece fa riferimento alla famiglia di un marchese che aveva un’azienda molto grande (circa 300 ha) che prima è stata divisa in due e successivamente in tre a seguito della rivoluzione francese. Questo spiega perché trovate tante aziende con il nome Léoville presente in etichetta dalle parti di Saint Julien. Oggi lo château è di proprietà della stessa famiglia, Delon, a partire dal 19° secolo. La famiglia Delon è proprietaria anche di altri châteaux come ad esempio, sempre nel Medoc, di Château Potensac, super rapporto qualità prezzo il suo grand vin, e Château Nenin a Pomerol.

Château

Lasciando la città di Bordeaux alla spalle si percorre la strada che attraversa Margaux prima e poi Saint Julien in un alternanza di boschi, case basse, châteaux e piccoli paesini. A un certo punto la strada si stringe, mostrando due cancelli. A destra si entra da Léoville Las Cases, dalla parte opposta da Léoville Poyferré. Entrando un cortile si ha un immagine di uno château molto semplice basso, bianco, anche qui diviso in due. Una parte infatti ospita le cantine di Léoville Poyferré. La parte a sinistra, guardando il cortile, è quella che ospita parte dei serbatoi e gli uffici di Las Cases. Dietro questo piccolo cortile un giardino vero e proprio, curatissimo, affacciato sui vigneti e sulla Gironda. Qui c’è l’abitazione di monsieur Delon, il proprietario, che nonostante viva a Bordeaux viene quasi tutti i giorni a Léoville Las Cases.

Vigneti

 

In totale 98 ettari. Una delle particolarità dello château e dei vigneti che lo riguardano è di essere circondati da mura. Per cui si tratta di un clos. Château Léoville Las Cases è una delle 4 aziende cinte da mura su tutto quanto il territorio di produzione dei vini di Bordeaux. I terreni all’interno del Clos, tutti condotti in organico, sono caratterizzati in prevalenza da ghiaia molto profonda (anche 10 metri). Non mancano ovviamente anche sabbia, e argilla. Il vitigno più piantato qui è il Cabernet Sauvignon (quasi il 70%) poi il Merlot e infine il Cabernet Franc. Le piante sono state in parte reimpiantate dopo la gelata killer degli anni ’50. Oggi (2022) la media delle viti è comunque molto alta: oltre 50 anni. Il vigneto di Château Léoville Las Cases è diviso da quello di Latour da un piccolo ruscello, il Juillac. Strano nome anche se nasce dall’unione di Julien e Pauillac, territori che questo piccolo corso d’acqua contribuisce a dividere.

Cantina

 

Il 2022 per Château Léoville Las Cases è una fase di cambiamento. In meglio s’intende, visto che sta per essere ultimata la nuova cantina dell’azienda, che avrà il merito di unire in un solo grande edificio sia la cantina di vinificazione sia quella di affinamento. La nuova struttura, modernamente sobria da quello che si intravede, cercherà di coniugare il meglio della tecnologia con il savoir faire dello château. Detta così comprendo che si capisca poco o nulla. Tuttavia la qualità, altissima, arriva da esperienza e utilizzo classico dei materiali. Non pensate a uno stile di vinificazione immobile, come dimostra ad esempio lo studio costante da parte del team di cantina che ha messo a punto nel 2021 un proprio lievito da utilizzare in vinificazione. Processo quest’ultimo che viene effettuato oggi in serbatoi di legno nella piccola cantina che vedete nelle immagini qui sotto. 11 serbatoi, alcuni dei quali molto vecchi visto che ormai hanno 60 anni, in cui viene vinificato il primo vino. La malolattica si fa in vasca e non in barrique, perché non si desidera realizzare un vino troppo aperto e che sarà ‘pronto’ più velocemente. Il taglio viene realizzato prima dell’affinamento, in modo da avere un gusto più omogeneo. La scelta delle tonnellerie ne conta 11 e l’affinamento si prolunga solitamente per 18 mesi.

Secondo vino di Château Léoville las Cases

 

In realtà ce ne sono due, anche se non è così semplice. Infatti Château Léoville Las Cases ha un secondo vino e una differente espressione del primo vino anche se, di fatto, è un vino a sé stante. Andando per importanza quello che in molti, sbagliando, considerano il secondo vino, il Clos di Marquis, è in realtà un vino dello château, ma che tuttavia fa storia a sé. Il secondo vino di Château Léoville Las Cases è invece il Petit Lion, realizzato con le piante più giovani del clos, da cui si ricava il primo vino. Prodotto per la prima volta nel 2007, negli anni ha visto stravolgere la sua composizione. Partito infatti con l’80% di Merlot, nell’annata 2021 ad esempio ha quasi 2/3 di Cabernet Sauvignon. Viene vinificato esclusivamente in acciaio, mentre le barriques per questo vino sono nuove al 40% circa. Tornando al Clos du Marquis i vigneti, circa 45 ha, con piante di 30/40 anni di media, si trovano più nell’entroterra, con terreni quindi molto differenti, in generale più sabbiosi. Vinificazione in acciaio e cemento e affinamento in barrique, per la metà nuove. Esiste anche un secondo vino del Clos du Marquise chiamato le Petite Marquise è composto in prevalenza da Cabernet Sauvignon.

Stile del vino

 

Il primo vino di Château Léoville las Cases è uno dei migliori vini di Bordeaux in senso assoluto. Lo château è classificato ‘secondo cru’ l’hit parade del 1855 come secondo cru ma se potesse essere rivista questo, prima di tutti, potrebbe essere considerato come un nuovo Premier Cru Classé. Motivo? Mica uno solo. Ne dirò alcuni o meglio quelli che secondo me sono i più decisivi rispetto alla qualità espressa da questo vino. Uno è la familiarità, in quanto le uve del primo vino arrivano sempre al Clos. Questo fa sì che il vino, e chi lo produce, entrino in sintonia reciproca, creando un’intimità tra pianta e chi la conosce anno dopo anno, vendemmia dopo vendemmia. La scelta di aumentare nel vino la quota di Cabernet Sauvignon alle volte anche sopra l’80% fa sì che qui si sceglie la strada di un Bordeaux ‘old school’, decisamente da lunghissimo invecchiamento. Il fatto che fino ad ora abbiano realizzato vini eccellenti in condizioni non proprio eccellenti, specie per la gestione di spazi, è sicuramente merito del fattore umano e potremmo dire in parte italiano, visto che nei ruoli importanti in cantina c’è Umberto Marino di cui potete leggere qui. Lo stile del primo vino di Château Léoville las Cases ha realmente un’anima di confine. Una che mantiene le promesse di eleganza e in parte di beva di Saint Julien ma la mescola con una lentezza di maturazione, più tipica di Pauillac, che si manifesta con colore più scuro e note meno solari e immediate di altri Saint Julien.

Annate

 

Annate migliori: tantissime….

 

Annate sottovalutate: 1988 ok non è sottovalutata ma dopo la ’87 molti hanno avuto paura che si ripetesse l’annata piovosa e hanno raccolto presto. Qui invece hanno fatto uno dei primi due vini di tutto il Médoc. 2001 per me alla lunga sarà meglio anche della 2000. 2021 è uno dei migliori esempi di quest’annata, in un millesimo generalmente fresco di cui potete leggere qui. Bene Château Léoville las Cases ha fatto uno dei migliori vini di questa annata.

 

 

Riassunto Château Léoville las Cases

 

Comune: Saint Julien

Second Growth – secondo cru 1855

Proprietà: famiglia Delon, Jean-Hubert Delon

Maitre de Chai: Umberto Marino

Consulente esterno: Eric Boissenot

Secondo vino: Petit Lion

Ettari vitati: 98

In vigna: Cabernet Sauvignon (67%), Merlot (23%), Cabernet Franc (10%). Le piante hanno in media 50 anni di età.

 

 

In Italia i vini Château Léoville Las Cases: Sarzi Amadé, Pellegrini, Ghilardi Selezioni, Cuzziol Grandi Vini, Vino & Design

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