Château Eglise Clinet

 

La collocazione di Château Eglise Clinet all’interno del comune di Pomerol deriva dal suo nome. La chiesa, in francese Eglise, di Pomerol, è talmente vicina allo château che quasi si può toccare. A questo si associa il toponimo, famosissimo, di Clinet che per altro è inserito nel nome di diversi châteaux della zona.

Storia

 

Il vigneto nasce dall’unione di alcune vigne di Clos l’Eglise e altre probabilmente appartenenti a Château Clinet. Per 40 annate la produzione è stata portata avanti da Lasserre di Clos René e dal genero di Madame Rabier (allora proprietaria), al secolo Jacques Durantou, padre di Denis. Facendo un salto in avanti, metà anni ’80, Denis Durantou si stabilisce presso Château Eglise Clinet, facendone uno degli château migliori di Pomerol. Denis si occupa di selezionare i giusti portainnesti e decide di condurre il vigneto nella maniera più naturale possibile, in grande anticipo sulle tendenze moderne. Questo essere anticonformista e indipendente gli ha sempre permesso di realizzare vini molto puri, tipici, a tratti molti riconoscibili, perché differenti dallo stile di molti altri château di Pomerol, in special modo di ieri. La sua prematura scomparsa (maggio 2020) avrebbe potuto mettere a repentaglio tutto, ma le figlie, in particolar modo Noëmie Durantou, garantisce continuità al progetto di Denis.

Vigneto

 

Gli châteaux di Pomerol di solito hanno poco o nulla dello sfarzoso, rispetto a quelli della riva sinistra. Château Eglise Clinet ancora meno, visto che si tratta di una struttura molto semplice, pratica, poco appariscente. Anche questo insieme alla collocazione, come detto, dello château fa capire come il fulcro di tutto siano il terroir e i vigneti. In totale 4,5 ha, poco al di sotto della media degli châteaux di Pomerol (5,8 ha). Parte dei vigneti si possono definire come cittadini, incastonati come sono tra la chiesa e la scuola del paese. Questo però significa che le piante sono nel cuore del plateau di Pomerol, una lingua di terra caratterizzata soprattutto da argilla blu: il top per il Merlot. Il vigneto dell’azienda è caratterizzato, sempre geologicamente parlando, anche da limo e ghiaia. Dal punto di vista delle varietà invece la composizione è per l’85% Merlot, per il 14% Cabernet Franc e per l’1% Malbèc. La media di età delle piante è di circa 40 anni. Diverse piante tuttavia risalgono ai primi del ‘900, per la precisione 1905. Non si tratta di una varietà in particolare, in quanto una volta erano complantée: piantate tutte insieme.

Cantina

Semplice, quasi spoglia. Qui però la pratica di cantina è davvero una prassi di trasformazione e poco più. Questo non vuol dire che in questa fase non ci sia attenzione. Significa piuttosto che i gesti sono ormai collaudati e la tecnologia necessaria è limitata al minimo. Del resto come suggerisce Noëmie, il vino è come una ricetta, quando hai una grande materie prima e la pentola giusta hai tutto quello che ti serve. La ricetta allora qui prevede serbatoi di acciaio. Zero macerazione a freddo e una fermentazione che sale molto lentamente, non toccando mai temperature troppo alte. Solo qualche rimontaggio all’inizio della fermentazione. Poi malolattica in serbatoio, affinché sia omogenea. Taglio prima dell’affinamento. Poi l’affinamento, anche in questo caso gestito con semplicità. Solo due fornitori di barriques e un elevage breve, circa un anno, con il 70% di legno nuovo di media.

Stile Grand vin

 

Non il Pomerol che vi aspettereste. No pesantezza sì leggerezza, anche nel caso di un’annata calda. Il tratto leggero è qui ciò che definisce più di altro lo stile della famiglia Durantou. Parlando con Noëmie quello che, in una degustazione alla cieca e al netto dell’annata, definisce maggiormente il vino sono le note floreali, anche un po’ selvatiche ma vere aggiungo io. A queste si sommano toni di frutta rossa ma molto croccanti e vivaci. Tutto il contrario perciò di un Merlot potente e concentrato.

Secondo vino

 

Si chiama la Petite Eglise: la piccola chiesa. Le uve (oltre il 90% di Merlot) per questo secondo vino arrivano sempre da due specifiche parcelle, una delle quali vicinissime alla chiesa di Pomerol. Talvolta i frutti delle piante più giovani finiscono per ‘partecipare’ a questo vino. Mediamente legno nuovo al 60%.

 

 

Annate Migliori: 1982, 1983, 1985, 1986, 1989, 1990, 1998, 2000, 2003, 2005, 2008, 2009, 2010, 2015, 2016, 2017, 2019, 2020, 2021

 

Annate sottovalutate: 2001, 2012, 2017

 

 

 

Curiosità

 

  • Non esiste uno château sfarzoso, anche perché non è mai stata prerogativa averli a Pomerol, sullo stile di quelli del Médoc
  • In passato in vinificazione utilizzavano anche serbatoi di cemento

Riassunto Château l’Eglise-Clinet

 

Comune: Pomerol

No classificazione

Proprietà: famiglia Durantou

Consulente esterno: nessuno

Secondo vino: Le Petite Eglise

Ettari vitati: 4,5

In vigna: Merlot (85%), Cabernet Franc (14%), Malbec (1%). Le piante hanno in media 40 anni di età.

 

La famiglia Durantou possiede anche altri châteaux: Les Cruzelles, Le Chenade (Lalande de Pomerol), Montlandrie (Côtes de Castillon). Inoltre hanno in affitto Saintayme a Saint-Émilion.

 

Château Eglise Clinet in Italia è distribuito da: Sarzi Amadé, Ghilardi Selezioni, Pellegrini

Add comment

Tutti i diritti sono riservati © Marco Tonelli 2020 - Privacy Policy - Cookie Policy