Château le Pin

 

Pino, giovane. Questa sarebbe la traduzione di Château Le Pin o meglio una parte di essa. Se infatti le pin sta chiaramente per pino, un albero che si trovava appena fuori dalla cantina, la gioventù deriva dal fatto che lo château è stato fondato nel 1979. Un forte contrasto con la storia di Bordeaux, specie perché lo stesso Château Le Pin, la storia, quella più recente, ha contribuito a scriverne parecchie pagine.

Storia

 

Come detto recente. Nulla si crea dal nulla, tanto che, prima della nascita del mito di le Pin, le uve e i relativi vigneti finivano per produrre altri vini. Questi vigneti sono stati nelle disposizioni, sin dal 1924, della famiglia Loubie. Dopo l’estinzione dell’ultimo discendente della famiglia Loubie, le vigne passano a Château Vieux Certan.Tuttavia la proprietà di Château Vieux Certan decide di non utilizzarle. Tuttavia gli ettari, sempre pochi, si accumulano. Prima un ettaro poi a metà degli anni ’80 altri 0,6, poi l’ultima acquisizione di 0,5 ettari arriva nel 2002. In totale quindi Château Le Pin può vantare ben 2,8 ettari. Il fatto che un ramo della famiglia Thienpont sia alla guida dell’azienda, fa sì che ci siano anche forte connessioni dal punto di vista produttivo con Château Vieux Certan. Tuttavia qui sono le varietà e i terreni a qualificare più di ogni altra cosa il vino che qui si produce.

Vigneto

 

Come detto pochi ettari ma molto qualificati sia rispetto alla geologia sia rispetto alla varietà a bacca rossa presente in vigneto. Nel primo caso la posizione dice molto di quello che si trova nel suolo e nel sottosuolo. I vigneti sono vicini a Catusseau con terreni 100% costituiti da ghiaia e un sottosuolo argilloso. Ghiaia chiamerebbe, di solito, Cabernet e invece praticamebte tutti gli ettari di Château Le Pin sono occupati soltanto da Merlot. La parcella più vecchia risale agli anni ’60, mentre la media di età delle piante si aggira sui 30/35 anni. La conduzione dei vigneti è pressoché organic, anche se qui non vogliono essere certificati per diverse ragioni. Probabilmente la volontà di essere efficaci nei casi più estremi di meteo o di infezioni di parassiti ha prevalso sul vedersi certificati. Per ora i cambiamenti climatici non spaventano, in quanto la giovane età dello château aveva già fatto pensare in anticipo sulle problematiche del dover affrontare un clima sempre più caldo.

Cantina

 

Piccolo il vigneto, piccolo lo château, per altro dall’estetica piuttosto insolita, quasi moderna. Questo è un carattere che probabilmente qui ha determinato una caratteristica dello château. Interrata sotto lo château oggi è occupata da alcuni serbatoi di acciaio. Qui si realizza una vinificazione, come detto molto simile a quella che viene realizzata da Château Vieux Certan in particolar modo rispetto alla delicatezza e al poco interventismo da parte dell’uomo. No macerazioni a freddo, poca estrazione e temperature di fermentazione che crescono lentamente e non arrivano mai a temperature troppo alte, così da non disperdere un ricco bagaglio aromatico e gustativo, poi messo in mostra dai vini dello château. La fermentazione malolattica è svolta in barrique. Qui presso Château Le Pin probabilmente si è realizzata per la prima volta questa pratica. Oggi molto diffusa anche perché uno delle tecniche più utilizzate da Michel Rolland. Qui probabilmente è stata utilizzata per questioni di spazio. Essendocene poco si è deciso di realizzarla in ex barrique di Château Vieux Certan. L’affinamento di solito è della durata di 18 mesi in barrique di cui il 70-80% nuove. In tutto Château Le Pin utilizza le botti di 2 tonnellerie.

Stile Grand Vin

 

Volendolo riassumere in una parola, potremmo dire esotico. Non solo legni, spezie e altri accessori orientaleggianti ma anche frutta, specie quando il vino ha alcuni anni, anche decenni, sulle spalle. Un’opulenza fatta di sensazioni ma non di corpo e/o struttura. La complessità infine non manca mai . All’inizio della storia dello château il vino era sì costoso ma mai oltre il grand vin di Château Vieux Certan. Oggi i prezzi sono schizzati in alto sia perché la qualità è decollata sia perché, specie dal 1982 di annate ne hanno sbagliate poche, anzi quasi nessuna, oltre al fatto che Robert Parker lo ha premiato più volte.

 

 

Secondo vino

 

Lo château non ha secondo vino

Annate

 

Migliori: 1982, 1985, 1990, 1995, 1998, 2001, 2000, 2003, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2015, 2016, 2019, 2020, 2021

Sottovalutate: 1999, 2011, 2014, 2017

 

Curiosità

 

  • Lo château produce un altro vino. Il nome? Trilogie. Viene commercializzato prevalentemente in Olanda e si realizza con tutto quello che non ‘finisce’ nel primo vino di Le Pin.

 

 

Riassunto Château le Pin

 

 

Comune: Pomerol

No classificazione

Proprietà: Jacques e Fiona Thienpont

Consulente esterno: nessuno

Secondo vino: nessuno

Ettari vitati: 2,8

In vigna: Merlot praticamente al 100%, anche se ci sono alcune parcelle di Cabernet Franc

 

La famiglia Thienpont possiede anche l’If a Saint Émilion . Un’azienda molto interessante sia per la posizione, è vicino a Château Troplong Mondot, sia per il fatto di aver dimostrato di sapere fare il vino, come accade qui a Château le Pin. Solo 8 ettari con circa l’80% di Merlot e, per il rimanente, Cabernet Franc. L’affinamento dell’unico vino aziendale si svolge per 14 mesi circa in barrique di cui la metà nuove.

 

Château le Pin in Italia non è distribuito, causa anche le quantità molto limitate.

 

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