Château l’Evangile

 

 

Château l’Evangile si trova a Pomerol. Vista la media piuttosto contenuta degli château che si trovano in questa denominazione, bisogna subito dire che Château l’Evangile è piuttosto grande con i suoi 22 ettari di vigneto.

Storia

 

La prima volta che viene menzionata questa proprietà é il 1700. Il nome tuttavia compare in un primo tempo differente da quello di oggi. In origine si fa riferimento a l’Evangile come Fazilleau. Solo in seguito, sotto la proprietà di un avvocato lo château inizierà a chiamarsi l’Evangile. La proprietà prospera e migliora quando sul campanello ha scritto il cognome di Paul Chaperon, che per altro costruisce lo château che ancora oggi vediamo. La proprietà cambierà, di poco, visto che subentreranno i parenti anche se con un cognome diversi: Ducasse. Dopo un periodo di cogestione con la famiglia Ducasse, cominciato nel 1990, Domaines Barons de Rothschild nel 1998 acquistano definitivamente l’intera proprietà.  

Vigneto

 

Dopo aver parlato delle dimensioni, piuttosto grandi, bisogna parlare di due aspetti fondamentali per capire gli sviluppi presenti e futuri del Grand vin di Château l’Evangile. La posizione dei vigneti  davvero invidiabile. D’accordo le dimensioni ma quello che importa qui è il poter vantare vigneti al confine con Saint Émilion ma anche altri sul plateau di Pomerol. Nel primo caso i terreni in gran parte sono assimilabili a quelli che troviamo da Cheval Blanc e in parte da Château La Dominique. In questa parte di terreni, geologicamente parlando, si riscontrano ghiaia e sabbia che a loro volta sormontano residui ferrosi. I vigneti che invece sono alle spalle dello château hanno più argilla, compresa quella di colorazione blu che in annate calde hanno un effetto spugna, tanto utile nelle annate calde. Terreni quindi molto buoni, variegati in cui il Merlot, circa l’80% qui, può crescere mostrando, una volta vinificato anche diverse sfaccettature. Il problema, per ora? L’età delle piante. Sono in media molto giovani come dimostra il fatto che la media è 15 anni. La scelta, pagherà di sicuro sul lungo periodo, è quella di aver realizzato un progetto di reimpianto massiccio a seguito di uno studio dei terreni ultra-meticoloso. Da alcuni anni sono certificati bio al 100%, cosa non da poco viste -di nuovo- le dimensioni del vigneto.

Cantina

 

Molto ma molto semplice, molto ma molto funzionale. La cantina di Château l’Evangile si trova in alcuni fabbricati a fianco dello château. Qui si ricevono le uve. Qui avviene la vinificazione che viene realizzata in cemento. Ci sono alcuni serbatoi di acciaio ma vengono utilizzati come luoghi dove ‘parcheggiare’ le uve nei momenti di grande traffico durante la vendemmia. Perché il cemento? Innanzitutto perché inerte, anche rispetto agli elettroni, al contrario dell’acciaio. Inoltre quello che caratterizza, anche architettonicamente, le cantine dei Domaines barons de Rothschild è la razionalità. Ecco spiegata la scelta di 25 serbatoi di cemento in cui il vino fermenta a temperature mai superiori a 28° con solo qualche rimontaggio per non appensantirne la struttura. La malolattica è fatta per l’80% della massa in legno. Il Blend è fatto prima dell’affinamento. Quest’ultimo aspetto prevede 15-18 mesi di affinamento con 70% di legno nuovo. La scelta dei fornitori del legno praticamente non esiste in quanto esiste un bottaio interno al gruppo Domaines barons de Rothschild come già si vedeva qui. Di recente la sperimentazione ha portato a un utilizzo di un 15% di Merlot vinificato in anfora per preservare la brillantezza saporita del frutto.

Stile Grand Vin

 

Nel tempo è cambiato. Normale in quanto la famiglia Ducasse, precedenti proprietari, avevano una precisa idea sul vino e anche perché i consulenti sono cambiati: da Michel Rolland la famiglia, capeggiata da Saskia Rothschild ha deciso di fare da sola. Questo non vuol dire che prima o dopo i vini siano stati o siano migliori. Semmai la scelta sta ad indicare che l’approccio si stia progressivamente spostando verso la volontà di premiare la selezione dei terreni, dei vitigni ecc….. Insomma la vigna prima di tutto. Questo ha portato anche l’approccio all’affinamento a essere modificato. Il proprietario precedente aveva più legno nuovo, per carità magari motivato da piante e quindi frutti più in grado di sopportarlo, ma oggi la pulizia e per certi versi la naturalezza è quello che conta nel primo vino. La riconoscibilità del vino in generale arriva da due caratteri, la nota di cannella e la texture, cremosa, quasi da dessert, dei tannini.

Secondo vino di Château L’Evangile

Il secondo vino di Château l’Evangile si chiama Blason d’Evangile. Viene imbottigliato per la prima volta nel 1989. Il pensiero dietro a questo vino è di utilizzare, dopo attente e meticolose sessioni di assaggio, tutto quello che non va nel primo vino. Ovviamente in fase di affinamento la quota di legno nuovo praticamente sparisce e il tempo in botte è molto ridotto: 15 mesi.

Annate

 

Le migliori di Château L’Evangile: 1975, 1982, 1983, 1985, 1989, 1990, 1998, 2009, 2010, 2015, 2018, 2019, 2020, 2021

 

Le sottovalutate di Château Saint Pierre: 1981, 1994, 1995, 2006, 2012

Curiosità

 

  • Nei vini anni ’80 e ’90 la quota di Cabernet Franc era molto alta, arrivando al 30%
  • 2021 prima annata certificata bio
  • Vista la giovane età delle piante fino ad alcuni anni fa Château l’Evangile era la prima azienda a vendemmiare.

 

Riassunto Château l’Evangile

 

 

Comune: Pomerol

No classificazione

Proprietà: Domaines barons de Rothschild

Consulente esterno: nessuno

Secondo vino: Blason d’Evangile

Ettari vitati: 22

In vigna: Merlot (80%), Cabernet Franc (20%). Le piante hanno in media poco meno di 15 anni di età.

 

 

In Italia i vini Château l’Evangile: Sarzi Amadé, Pellegrini, Ghilardi, Vino & Design.

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